Il Comune di Piombino ha siglato un Protocollo d’intesa con Confindustria per individuare al meglio le problematiche eventuali e le esigenze legate all’insediamento, ampliamento e trasformazione delle iniziative industriali relative all’attuazione del Piano di Riconversione e Riqualificazione Industriale (PRRI). Uno strumento, quello del Protocollo, che consentirà di creare una migliore sinergia tra Confindustria e la struttura temporanea di coordinamento comunale che avrà il compito di attuare gli accordi di programma firmati nel 2013 e nel 2014 per la reindustrializzazione del territorio e per fronteggiare la crisi del comparto manifatturiero. “Il protocollo rappresenta un atto significativo – afferma l’assessore all’ambiente Marco Chiarei – che certifica e formalizza questa collaborazione sul piano tecnico, finalizzato a mettere a patrimonio comune idee e competenze”. Assieme a Piombino, rientrano nell’accordo anche i comuni di Collesalvetti, Livorno e Rosignano. Quest’ultimo ha istituito una struttura temporanea di coordinamento tra Comune di Rosignano e Confindustria “per permettere alle imprese – spiega il Sindaco Alessandro Franchi – di relazionarsi efficacemente con la struttura comunale, accorciando i tempi e snellendo i percorsi burocratici”.
OPINIONI
Sud, Grassi (Industriali Napoli): “Più infrastrutture per il rilancio”
Le infrastrutture prima di tutto, per creare le condizioni di contesto che consentano alle imprese di crescere e investire. E poi la burocrazia, che impone ancora procedure farraginose e lunghissime, e l’accesso al credito, per sostenere le aziende in questa fase di ripartenza dell’economia italiana.
L’economia di Ravenna tra vocazioni storiche e progetti all’orizzonte
L’economia del mare – il cui perno è rappresentato dal porto, per il quale è in corso un ampio e importante progetto di ammodernamento – ma non solo. Sono numerosi gli asset attorno a cui ruota la vocazione imprenditoriale di Ravenna, dopo Roma il secondo capoluogo più grande d’Italia per estensione territoriale.
Colombo (Ance Lombardia): “Codice appalti deve essere modificato”
La modifica del codice degli appalti per garantire, innanzitutto, la rapida cantierizzazione delle opere. E poi il rispetto dei tempi di pagamento da parte delle pubbliche amministrazioni – le cui lungaggini finiscono con il ripercuotersi anche pesantemente sulle imprese – e l’abrogazione dello split payment.
