L’industria italiana che investe in robot, macchine utensili e innovazione fa da traino per l’affermazione del made in Italy a livello mondiale. È questo uno degli aspetti più importanti che emerge dal rapporto Ice 2017-2018 “L’Italia nell’economia internazionale”(qui l’articolo di Maria Francesca Amodeo sul sito dell’Istituto per la Competitività), ripreso da Massimo Carboniero, presidente di Ucimu, associazione delle imprese italiane della macchina utensile. Gli imprenditori italiani del settore restano dunque sul podio dell’export: terzi al mondo dopo tedeschi e giapponesi con le esportazioni che assorbono circa il 60% del made in Italy prodotto.
Analizzando nel dettaglio il rapporto Ice, si può osservare un aumento significativo (+4,1%) rispetto al 2016 e anche le stime per il 2018 sono positive (+4,6%) con crescite maggiori registrate solo in Corea del Sud e nei Paesi Bassi. In particolare, l’export di macchine utensili del primo trimestre 2018 è aumentato del 9,4% sullo stesso periodo del 2017, grazie alle numerose vendite in Germania (+11%) e Cina (+25,9%). “Grazie anche a un’offerta più competitiva – continua Massimo Carboniero – per tutto il lavoro fatto in materia digitale, l’export di macchine utensili è in crescita. Germania, Cina, Stati Uniti, Francia e Polonia sono i mercati con i quali abbiamo lavorato di più”.
A sottolineare il successo italiano anche Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria: “Esportiamo 540 miliardi di euro all’anno di cui 450 circa vengono dalla manifattura, cioè dall’industria italiana, per cui abbiamo necessità di avere mercati aperti, dobbiamo stare attenti a una escalation in cui ai dazi di uno corrispondano dazi degli altri”.
Inoltre, Carboniero stima che nel 2018 il consumo interno di macchine utensili (consegne sul mercato nazionale più importazioni) supererà il tetto dei 5 miliardi di euro, il valore più alto di sempre e pari al doppio rispetto a quello del 2014.
Infine, a livello globale, l’Italia si conferma al nono posto nella classifica dei principali esportatori. Germania e Francia si confermano i principali mercati di sbocco delle nostre merci, con quote pari, rispettivamente, al 12,5% e al 10,3% delle esportazioni nazionali.
L’articolo su Il Sole 24 Ore