Non solo indipendenza. Il governo regionale veneto, i cittadini e le imprese

Opinione

18-12-2017     Gianluca SGUEO

La narrazione mediatica del Veneto, soprattutto negli ultimi mesi, ha posto l’attenzione sulle spinte indipendentiste cresciute con i governi regionali degli ultimi anni, e maturate nel voto popolare dell’ultimo autunno. L’ultimo rapporto dell’Osservatorio I-Com sulle relazioni tra imprese e territori (ORTI) ha provato ad andare oltre l’analisi giornalistica, studiando le politiche promosse dagli ultimi due governi regionali, con particolare attenzione alle iniziative finalizzate a sostenere cittadini e imprese.

Dall’analisi dei programmi elettorali che hanno portato all’elezione di Luca Zaia per due mandati consecutivi, emerge che, oltre al tema del federalismo, la semplificazione è un elemento cruciale. Tanto “Prima il Veneto” (2010) quanto “Scelgo Zaia” (2015) propongono misure di semplificazione per i settori produttivi primari, come ad esempio l’agricoltura, pilastro fondante dell’economia regionale.

La conferma è offerta dall’analisi dell’assetto normativo della Regione Veneto. Il rapporto I-Com ha preso in esame il numero, l’oggetto e la qualità degli atti normativi emanati (ed entrati in vigore) dal 2010 al 2017 relativi ai seguenti temi: assegnazione di incentivi all’attività imprenditoriale, partecipazione della società civile, trasparenza e semplificazione dell’azione amministrativa. Il primo dato è che, nel lasso di tempo considerato, la Regione Veneto ha emanato 282 atti aventi forza di legge regionale su di una base di 1.016 leggi regionali in vigore (approvate, promulgate e pubblicate dal 1970 al 30 novembre 2017). Se poi entriamo nel dettaglio dell’analisi dei provvedimenti normativi, emerge un secondo dato interessante: un progressivo e costante impegno, da parte del legislatore, per la riduzione della normazione regionale. Da segnalare, caratteristica peculiare dell’ordinamento giuridico della regione, l’alto numero di leggi abrogate: 1.241 su 2.076, segno della persistenza della buona prassi, ormai consolidata, di procedere sempre ad abrogazioni espresse e, periodicamente, all’adozione di leggi generali d’abrogazione.

Un cenno, infine, alle strutture amministrative a sostegno dell’impresa e della cittadinanza in Veneto. Durante il primo governo Zaia (2010 – 2015) erano presenti tre assessorati (su dodici totali) con funzioni esplicitamente dedicate all’attività imprenditoriale: (1) quello dello sviluppo economico, (2) quello del turismo e del commercio estero e (3) quello dell’agricoltura. In particolare all’assessorato allo sviluppo economico viene assegnata, anche, la delega alla semplificazione. Situazione immutata con l’attuale governo – Zaia bis (2015 – 2020) – restano tre gli assessorati (su dieci totali): (1) Sviluppo economico e energia; (2) Agricoltura, Caccia e pesca; (3) Programmazione/Fondi UE, Turismo e commercio estero. Altresì, nell’ambito delle imprese, sono previste deleghe specifiche: (1) nidi e servizi innovativi; (2) sviluppo banda larga; (3) riconversione polo industriale di Porto Marghera. Tutte e tre le deleghe sono affidate all’assessore allo sviluppo economico. Manca invece un assessorato alla cittadinanza attiva, come accade invece nel caso di altre amministrazioni regionali oggetto di analisi da parte di I-Com, ad esempio la Puglia e la Lombardia. Le relative funzioni, nel caso Veneto, sono distribuite tra gli assessorati esistenti.

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