Petrosino, Marsala e Paceco sono i tre Comuni del Trapanese che hanno presentato ricorso al TAR della Sicilia contro i piani paesaggistici adottati dalla Regione. Ai tre ricorsi è seguita anche una prima ordinanza di sospensione. Il TAR ha infatti accolto il ricorso presentato dal Comune di Petrosino per l’annullamento, previa sospensione dell’efficacia, del decreto dell’assessorato ai Beni culturali con il quale è stato adottato il contestato strumento urbanistico.
Sono state in realtà alcune imprese della zona a presentare i primi ricorsi ai piani, lamentando la necessità di dover ricorrere ogni volta al Tribunale Amministrativo Regionale per far valere i propri diritti. “Non è possibile assistere – spiega Gregory Bongiorno, vicepresidente di Sicindustria e presidente della delegazione di Trapani – a casi in cui i vincoli vengono apposti basandosi su cartografie non aggiornate, senza effettuare sopralluoghi e quindi seduti alla scrivania.”
È il mondo imprenditoriale siciliano che chiede alla politica, nel rispetto della normativa europea, impegni che garantiscano la crescita economica della Regione. Si richiede, soprattutto, una certezza delle norme e una loro applicazione uniforme. “Non è possibile assistere – ha sottolineato il presidente di Sicindustria, Giuseppe Catanzaro – a rami dell’amministrazione (nello specifico l’assessorato Energia) che dicono una cosa e rami della stessa amministrazione (Sovrintendenze) che ne dicono un’altra in seconda battuta e dopo che le imprese sulla base delle autorizzazioni acquisite hanno già speso milioni di euro“.
“Siamo di fronte ad atteggiamenti schizofrenici inconciliabili con qualsiasi programmazione di investimento – continua il presidente di Sicindustria –. Nel caso specifico della provincia di Trapani non possiamo che stigmatizzare tempi, modalità e, cosa ben più importante, esiti del metodo di concertazione usato dall’Assessorato regionale ai Beni culturali, attraverso le Soprintendenze per far fronte a un obbligo di legge. Ogni osservazione, puntuale e motivata, presentata dal mondo produttivo è stata infatti ignorata con il risultato che gli ulteriori vincoli previsti nel Piano Paesaggistico che tocca territori in cui operano numerose imprese (area portuale, area zona franca urbana, ecc.) risultano inconciliabile con ogni forma di sviluppo e produttività“.