I ritardi della burocrazia frenano il rifacimento del Porto di Gela. SICILIA



    

È ancora stallo sui lavori di riqualificazione del Porto di Gela a proposito del quale non si escludono che la Capitaneria possa fermare gli ingressi e le uscite delle imbarcazioni a causa dell’allarme dei fondali insabbiati. Intanto, nei giorni scorsi il Comitato Porto del Golfo di Gela ha sollecitato il presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci a velocizzare l’iter e consentire finalmente di intervenire.

I lavori da effettuare sono ben noti e comprendono in primo luogo il dragaggio e l’allungamento del braccio di ponente. Ma le peripezie della burocrazia siciliana hanno complicato i vari procedimenti. Infatti, dal 27 settembre del 2016 – data in cui Eni, Regione Sicilia, Dipartimento della Protezione civile regionale e Comune di Gela hanno sottoscritto l’accordo attuativo – le amministrazioni competenti sono piombate in un assordante silenzio che sta causando al territorio gelese danni economici non irrilevanti.

La gara di caratterizzazione ambientale propedeutica è stata aggiudicata soltanto nel febbraio scorso, a ben due anni e mezzo di distanza dall’elaborazione del Piano di caratterizzazione dell’Arpa. Inoltre, il sindaco Domenico Messinese ha denunciato che la documentazione riguardante l’avvio del procedimento di verifica di non assoggettabilità alla Via (Valutazione d’impatto ambientale) presentata al ministero non sarebbe completa. Per il vicesindaco Simone Siciliano la responsabilità dello stand-by è ascrivibile al continuo rimpallo di competenze tra i vari uffici.

In ballo c’è parte degli oneri di compensazione stanziati da Eni nel 2016 nell’ambito del Protocollo per la riqualifica e lo sviluppo del territorio di Gela. Si tratta di 5.880.000 euro destinati appunto alle opere di ripristino dell’operatività del Porto Rifugio e per il rilancio della portualità gelese. A questo punto, per Siciliano occorre solo fare presto: “Non accetteremo più inerzie burocratiche della Regione che stanno negando al territorio l’opportunità di uno sviluppo sul fronte mare“.

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