Secondo i dati diffusi da Sace – la società del gruppo Cassa Depositi e Prestiti, specializzata nel settore assicurativo-finanziario – a causa del deficit infrastrutturale l’Italia perde 70 miliardi di euro l’anno di esportazioni, l’equivalente di 4 punti percentuali di prodotto interno lordo. Lo si legge nell’ultimo rapporto intitolato “Keep calm & Made in Italy” presentato lo scorso giugno scorso per fare il punto sulle opportunità (ma anche le incertezze) del comparto export.
Dai dati emerge come negli ultimi sette anni siano state proprio le esportazioni a fornire il miglior apporto alla crescita economica del Paese: senza il suo contributo, infatti, il Pil italiano sarebbe inferiore di oltre sei punti percentuali. Come si legge nel report “per raggiungere i mercati che contano e diversificare i rischi è necessario che le dotazioni infrastrutturali riguardanti sia le reti fisiche che quelle digitali siano adeguate”.
Ebbene, sotto questo profilo il gap logistico fa perdere terreno all’Italia rispetto ai diretti competitor, in primis la Germania cui il Logistic Performance Index (Lpi) della Banca Mondiale attribuisce il primo posto mentre il Bel Paese è abbondantemente lontano collocandosi solo al 19° gradino della classifica. Del resto, gli investimenti dell’Italia in logistica nel periodo dal 2013 al 2017 sono stimati in 30 miliardi annui a fronte dei 50 della Germania. “Per un’economia come quella italiana che basa più del 30% del proprio Pil sull’export – spiega Sace – investire in infrastrutture di trasporto è condizione indispensabile di competitività”.
Tra i temi più diffusamente trattati dal report vi è la debolezza del nostro sistema di trasporto marittimo – la quota di export italiana è pari al 26,5% mentre quella di import si attesta al 30,5% – nonostante una collocazione geografica invidiabile che ci vede al centro del Mediterraneo. Troppo poco se si considera che attualmente nel mondo il 90% delle merci viaggia su nave: “rispetto a 10 anni fa – si legge – anche in virtù degli scarsi investimenti in infrastrutture marittime e portuali tra il 2013 e il 2017, l’Italia ha perso connettività riguardo alle principali reti marittime internazionali”.