Porto vecchio di Bari, sentenza del Tar riabilita il progetto (fermo da dieci anni). PUGLIA



    

La complessità delle procedure autorizzative della burocrazia italiana comporta spesso continui stop and go che ritardano o pregiudicano la realizzazione di importanti opere infrastrutturali. Anche quando i progetti sono lineari e i proponenti animati dalla sola buona volontà di portare a termine i propri impegni, è alto il rischio di restare invischiati nei nodi di un sistema farraginoso. La vicenda dell’approdo turistico nel Porto vecchio di Bari è in questo senso un esempio di tale stato di cose, dove gli uffici e gli innumerevoli passaggi decisionali possono davvero vanificare gli investimenti per migliorare il territorio.

Il progetto Barivela fu lanciato nel 2005 e prevedeva l’avvio di 400 posti barca, la costruzione di un parcheggio interrato, nonché di una serie di strutture a servizio degli appassionati della nautica da diporto.

Come da prassi, il progetto ha seguito i vari iter autorizzativi fino a trovare nella Regione Puglia l’ostacolo principale, in particolare nell’Ufficio deputato al demanio marittimo che nell’ottobre 2016 ha bocciato la richiesta di concessione avanzata dalla Barivela. C’è però di che sperare. Infatti, a fine febbraio scorso è arrivata la sentenza del Tar della Puglia che potrebbe rimettere in moto l’opera di rifacimento del Porto vecchio del capoluogo pugliese: i giudici amministrativi hanno annullato la precedente decisione della Regione adducendo fra le motivazioni che l’amministrazione regionale – così si legge nella sentenza – “ha esercitato un potere riservato ex lege al Comune di Bari”. Non solo: la Regione Puglia si sarebbe pronunciata prima di prendere visione del progetto definitivo.

Nel frattempo, il progetto di Barivela è stato ridimensionato a circa 200 posti barca e il parcheggio interrato non si farà. “Da oltre dieci anni – ha dichiarato Davide Degennaro, l’imprenditore che ha ideato Barivela – siamo alle prese con ricorsi e polemiche varie. Credo, invece, che la pubblica amministrazione, nel rispetto delle regole, debba accompagnare i privati decisi a investire nelle infrastrutture a servizio della comunità”. Un punto di vista tanto condivisibile quanto troppo spesso disatteso.

La notizia sul Corriere del Mezzogiorno

 

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