Sono tre i temi principali emersi nel corso del tavolo di lavoro in materia di partecipazione e semplificazione che si è svolto in occasione dell’evento conclusivo dell’Osservatorio Territorio-Imprese (ORTI) dell’Istituto per la Competitività.
Il primo riguarda la disomogeneità delle regole a presidio dei rapporti tra amministrazioni regionali e portatori di interessi (cittadini e imprese). La regolamentazione del lobbying è emblematica. Ci sono alcuni timidi tentativi di regolamentazione regionale, alcuni dei quali offrono modelli di riferimento interessanti per il livello nazionale. Due su tutti: la Toscana, con la legge n. 5 del 2002, e la Lombardia, che è intervenuta al riguardo nel 2016. Si tratta di modelli convergenti, ma non identici. La conseguenza è un quadro normativo a macchia di leopardo.
Il secondo tema è più complesso. Lo Stato italiano provvede a inquadrare normativamente la disciplina dell’accesso e intervento dei portatori di interesse nelle procedure decisionali. A fronte di ciò, i legislatori regionali propongono talora interessanti forme di sperimentazione. Generalmente l’obiettivo è quello di valorizzare strumenti di soft policy che assicurino la partecipazione attiva dei cittadini alla costruzione e implementazione delle decisioni pubbliche. Tre i casi interessanti analizzati nei rapporti territoriali di ORTI. Primo, la Regione Umbria ha istituito un servizio ai cittadini, senso@alternato, che permette di ricevere costantemente informazioni via e-mail sull’esame degli atti consiliari e di trasmettere, sempre per via telematica, commenti e proposte sui testi discussi. In sostanza, trattasi di istruttorie legislative pubbliche. Secondo, la Regione Puglia dispone di procedure partecipative per il c.d. bilancio sociale partecipato. Terzo, la Regione Lombardia è al lavoro per istituire un portale unico regionale per la partecipazione popolare al fine di facilitare la formazione di proposte di iniziativa popolare. Sempre in Lombardia, peraltro, va evidenziata l’esperienza del Comune di Milano e, nello specifico, dell’assessorato alla partecipazione, cittadinanza attiva e open data.
L’ultimo tema è quello relativo all’agenda di priorità per la partecipazione. Durante il dibattito molti dei relatori hanno fatto presente la necessità di sviluppare processi strutturati e regolati per la gestione dei conflitti e l’emersione degli interessi presenti nella società. Inoltre, è stata sottolineata l’importanza di promuovere la partecipazione in fase di deliberation, quindi posta in modo preliminare all’eventuale voto e alla decisione. In questa maniera i cittadini si sentono realmente coinvolti nel processo decisionale e sono disposti a farsi carico di un pezzo del governo della cosa pubblica. Infine, in tema di semplificazione amministrativa, si è fatta presente l’esigenza di snellire gli eccessi burocratici, limitare i ritardi della Pubblica Amministrazione e rafforzare le competenze provenienti dal territorio di appartenenza, come condizione per valorizzare il capitale umano, molto spesso costretto all’emigrazione, e superare il gap nella disponibilità infrastrutturale e di servizi.