I pagamenti commerciali delle imprese: ritardi gravi al minimo storico dal 2010

Opinione

18-04-2016     Eleonora MAZZONI

Con il protrarsi della crisi economica il sistema dei pagamenti commerciali delle imprese italiane – uno dei principali indicatori del loro stato di salute – ha subito dei radicali cambiamenti. A partire dal 2007 il repentino peggioramento del quadro macroeconomico ha portato alla riduzione dei pagamenti che avvenivano nel rispetto delle scadenze e contemporaneamente all’aumento della percentuale di pagamenti irregolari; una tendenza che è emersa brutalmente nei dati dopo il 2010. Dal quarto trimestre 2010 al primo del 2014 la percentuale di pagamenti effettuati con ritardi superiori ai trenta giorni è infatti passata dal 5,5% al 16,7%. Oggi, al primo trimestre 2016, dallo Studio Pagamenti realizzato da CRIBIS D&B emerge un quadro positivo ma comunque prudente. Rispetto al primo trimestre 2015, i pagamenti avvenuti con oltre trenta giorni di ritardo, sono diminuiti del 12,1%: un segnale della minore difficoltà del sistema imprenditoriale italiano, perlomeno nella gestione delle spese correnti. I ritardi gravi in percentuale sono al minimo storico dal 2010 e ammontano al 13,8% del totale. Un dato, quest’ultimo, positivo ma comunque pari a una volta e mezzo il suo livello pre – crisi. Il 35,1% dei pagamenti viene corrisposto alla scadenza mentre il 51,1% entro trenta giorni di ritardo.

Le imprese più puntuali sono quelle dell’Italia settentrionale, mentre le più ritardatarie quelle del Mezzogiorno. Se si considera esclusivamente la percentuale di imprese puntuali nei pagamenti, la regione più virtuosa è la Lombardia (45,2%), seguita da Emilia Romagna (44,9%) e Veneto (44,3%) ; mentre in coda alla classifica si trovano Sicilia (18,7%), Calabria (20,6%), Campania (20,8%) e Sardegna (22,2%). Si consideri ora, per ogni regione, un indicatore di performance che tenga conto congiuntamente della percentuale di pagamenti puntuali e della percentuale di pagamenti che avvengono oltre i trenta giorni di ritardo[1]. E’ il Veneto, questa volta, ad avere una performance migliore rispetto alla media italiana con una percentuale più alta di imprese che pagano in tempo i loro debiti commerciali e allo stesso tempo una percentuale più bassa di imprese che ritardano nei pagamenti oltre i trenta giorni. Seguono Lombardia ed Emilia Romagna. In coda tra le imprese con un peggiore indicatore di performance, si trovano questa volta e nell’ordine Campania, Sicilia, Calabria e Puglia.

Immagine orti

Il miglioramento dei tempi di pagamento dell’ultimo periodo è andato di pari passo con una riduzione del credito commerciale erogato dai fornitori; tagli e irrigidimenti nelle condizioni sono avvenuti nei confronti delle controparti più rischiose. Ci vorrà del tempo affinché i segnali positivi dell’ultimo periodo – se stabili – si riflettano sull’erogazione del credito commerciale, importante leva di marketing nonché causa generatrice di fabbisogno finanziario per le imprese, e sull’intero sistema.

[1] L’indicatore di performance è costruito ponderando le differenze dalla media italiana per ogni regione, rispettivamente per la percentuale di imprese che effettuano pagamenti in modo puntuale e la percentuale di imprese che effettuano pagamenti oltre i trenta giorni di ritardo. Nel grafico: valori dell’indicatore maggiori di 0 indicano regioni più virtuose della media italiana, valori minori di 0 indicano regioni meno virtuose della media italiana.

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