Chi vuole davvero il depuratore di Chiavari? LIGURIA



    

depuratore_chivariA Chiavari, comune della Città metropolitana di Genova, la popolazione è divisa sul tema dei rifiuti e della loro gestione. Al centro dell’attenzione vi è infatti la realizzazione di un depuratore e la scelta finale sulla sua localizzazione. Come spesso accadde, quello dei rifiuti è uno dei terreni privilegiati dei comitati Nimby, ossia di coloro che risiedendo nel territorio intendono anche impegnarsi per salvaguardarlo dalle minacce provenienti dall’esterno, in particolare da quelle opere infrastrutturali che nell’immaginario diffuso rappresentano potenziali rischi per l’ambiente e per la salute delle comunità. E gli impianti per il trattamento dei rifiuti sono di sicuro fra i più osteggiati, come si evince anche da quanto sta accadendo a Chiavari dove il neonato “Comitato apartitico contro la realizzazione del depuratore al Lido” ha chiesto alle varie compagini politiche di esplicitare una volta per tutte la propria posizione essendo evidente che, almeno per il Comitato, il Lido di Chiavari sarebbe da escludere dall’elenco dei possibili siti. I cittadini, insomma, chiedono sempre più di essere coinvolti nelle scelte dei decisori pubblici, confermando la tendenza che vede crescere la voglia di partecipare.

Ma non è tutto così roseo! Infatti, il progetto del depuratore sconta una storia piuttosto intricata e c’è anche chi sostiene, come Marco Di Capua del Movimento civico “Avanti Chiavari”, che un nuovo impianto è uno spreco poiché “è sufficiente fare quanto già concordato nel 1998” ovvero “ammodernare e coprire il depuratore già esistente a Preli per il quale c’è già un progetto completo depositato negli uffici comunali fin dal 2006”. Tuttavia, neanche su Preli pare ci sia unanimità di giudizio poiché sono molte le perplessità sull’obsolescenza dell’impianto come pure sui Comuni che effettivamente beneficerebbero del nuovo depuratore. Ad oggi, il Lido è l’area che dovrebbe ospitare il depuratore, come prevede la delibera della Città metropolitana ma Di Capua ha annunciato di aver depositato un ricorso al Tar per bloccare l’iter.

Sulla reale fattibilità è chiaro che non spetta a noi dire l’ultima parola. L’impressione è che a volte il dibattito cui giustamente i Nimby chiedono di partecipare sia viziato dall’atteggiamento paradossale per cui nessuno vuole farsi carico di un opera che pure si ritiene utile alla collettività. E i comitati cittadini non possono che adeguarvisi, esasperando i tratti di ambientalismo estremo (ideologico) di per sé insiti a tali gruppi. Nel frattempo, l’appello del “Comitato apartitico” sta avendo successo e arrivano le proposte delle altre forze politiche, come Partecip@ttiva e Sinistra in Comune che rilanciano: non un impianto di depurazione unico ma su misura per ciascun comune. Staremo a vedere.

Su levantenews.it il perché del ricorso al Tar

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