Trasporti e logistica, una bilancia commerciale passiva di 10 miliardi. ITALIA



    

trasporti_federagentiIl primo dicembre a Roma si è tenuto l’incontro di Federagenti, la Federazione italiana degli agenti marittimi, che si è occupata di trasporti e logistica, assi portanti dell’“industria 4.0”. All’incontro Federagenti, presieduta da Gian Enzo Duci, ha presentato i recenti dati delle Nazioni Unite dai quali emerge un’Italia affetta da dipendenza dai trasportatori esteri. “L’Italia – ha dichiarato Duci – butta alle ortiche per inefficienza del settore trasporti e logistica e per la dipendenza dagli operatori stranieri un quinto del surplus commerciale dell’industria. Dieci miliardi regalati a trasportatori logistici stranieri che operano al servizio dell’economia italiana”.

Dall’incontro – che ha visto la partecipazione anche di Confindustria, Confetra, Confcommercio e del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti – emerge infatti un quadro poco rassicurante: l’Italia nel 2005 esportava quasi 15 miliardi di euro di servizi di trasporto e ne importava 21,5 miliardi. Nel 2015 le esportazioni e quindi la capacità degli operatori italiani di penetrare altri mercati è calata a 14,5 miliardi mentre le importazioni sono balzate a 24,3 miliardi. La forbice è di quasi 10 miliardi. Mentre l’Italia perde colpi nei servizi di trasporto, l’Olanda, paese leader nella logistica, ha una bilancia commerciale dei trasporti attiva per 15 miliardi. La Germania paga un prezzo analogo al nostro con un squilibrio di 10 miliardi nella bilancia-trasporti ma in un quadro totalmente differente che vede la logistica generare almeno quattro volte il numero di posti di lavoro dell’Italia.

In campo normativo è intervenuto all’incontro Ivano Russo, dirigente del Gabinetto del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, che ha ricordato i provvedimenti già tradotti in legge relativi alla riforma portuale e all’adozione di misure strutturali per il rilancio e la semplificazione del comparto logistico e portuale invitando gli operatori a collaborare fattivamente, ha rimarcato come non esista un’ora X per l’applicazione della riforma portuale bensì un work in progress.

“L’Italia – ha sottolineato Duci – deve trovare campioni, ma specialmente deve essere in grado di presentarsi come sistema a un mercato che per l’ennesima volta propone opportunità irripetibili.” In sostanza, l’Italia deve presentarsi unita e trovare un soggetto che rappresenti tutto il settore logistico e dei trasporti.

L’articolo si Ansa.it

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