A Malagrotta l’ipotesi di riapertura del gassificatore. LAZIO



    

malagrotta_gassificatoreChiusa nell’ottobre 2013 tra i festeggiamenti dell’amministrazione Marino e Zingaretti, la discarica di Malagrotta a Roma, proprietà di Manlio Cerroni, potrebbe veder riaprire il suo gassificatore per i rifiuti solidi urbani. Sono del mese scorso infatti le parole diffuse dall’avvocato Candido Saioni, presidente di Co.la.ri, il consorzio rifiuti Lazio, che ha annunciato la possibile riaccensione dell’impianto di trattamento dei rifiuti.

Alle prime indiscrezioni alcuni cittadini dei comuni a ridosso di Malagrotta hanno deciso di mobilitarsi e con il Comitato Cittadini Liberi della Valle Galeria hanno anche incontrato il ministro dell’Ambiente Galletti, da cui però non avrebbero avuto soddisfazione. Il ministro è orientato verso la riapertura del gassificatore ma è la stessa Regione Lazio ad aver inserito l’impianto nel piano regionale rifiuti.

Anche Consiglio dell’XI Municipio di Roma si è dichiarato contrario all’ipotesi di riattivazione dell’inceneritore di Malagrotta, con una mozione votata all’unanimità, ed è stato chiesto alla Regione di non far ripartire l’impianto.

Ma a prevedere la realizzazione di una rete nazionale di ‘termovalorizzatori’ è la disposizione contenuta nell’art. 35 de decreto legge “Sblocca Italia” che ha individuato la necessità di attivare 8 di questi impianti sul territorio nazionale per far fronte all’emergenza rifiuti (di cui tre nella macro area del centro, due del Sud, uno in Sardegna e due in Sicilia). Il decreto ministeriale attuativo di “Individuazione della capacità complessiva di trattamento degli impianti di incenerimento di rifiuti urbani e assimilabili in esercizio o autorizzati a livello nazionale”, ha raggiunto ad inizio febbraio il via libera della Conferenza Stato-Regioni. Il provvedimento è passato con il parere positivo di quasi tutte le Regioni, fatta eccezione per la Lombardia e la Campania che hanno votato contro.

La Regione Lazio, secondo i dati Ispra del 2014, produce più di 3 milioni di tonnellate di rifiuti urbani con una raccolta differenziata che oggi si attesta sotto il 35% (il target regionale al 2020 è al 65%). Il suo fabbisogno di incenerimento è pari a circa 879mila tonnellate ma ad oggi ci sono in funzione solo due impianti di incenerimento, quello di Colleferro e quello di S. Vittore.

Secondo la bozza di decreto attuativo approvata dalle Regioni, gli impianti di incenerimento autorizzati ma non ancora in esercizio, come le due linee dell’impianto Co.la.ri di Malagrotta, e un’altra linea a S.Vittore, dovrebbero poter coprire lo smaltimento con un deficit di circa 213mila tonnellate. Deficit che doveva essere coperto dall’impianto di Albano laziale con una capacità di trattamento pari a 160mila tonnellate. Ma il documento del governo, diversamente che dalle prime bozze, non lo prende più in considerazione.

L’articolo di Roma.Today

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