È l’Emilia-Romagna ad aggiudicarsi la palma di regione leader d’Italia nello sviluppo delle tecnologie e della connessione di rete grazie a 1.400 km di fibre ottiche che consentono il collegamento a banda larga ad oltre il 40% delle famiglie. In particolare è Bologna la città con la più alta digitalizzazione d’Italia (nel 2016 prima nella classifica Ernst & Young) grazie alla piattaforma Lepida che collega le amministrazioni pubbliche e la Garr, la dorsale internet ad altissima velocità che processa il 70% dei dati italiani.
Un processo, quello della connessione, che ha visto una sempre più stretta interazione fra pubblico, centri di ricerca e imprese e che ha già prodotto un investimento del Miur di 40 milioni di euro nei big data. A spiegarlo è Patrizio Bianchi, assessore regionale per il Coordinamento delle politiche europee allo sviluppo: “quello dei big data non è solo un progetto locale ma di respiro internazionale proprio grazie alle altissime competenze di ricerca e industriali che erano già presenti sul territorio”.
Anche le imprese hanno colto la portata innovativa dei big data. Il direttore della ricerca all’International Institute for Analytics e senior advisor di Deloitte, Thomas Davenport, afferma come questi non siano più da considerare limitati a uso esclusivo delle grandi aziende digitali ma che vengano allargate anche ai settori del manifatturiero e delle pmi, aziende centrali dell’economia italiana.
Uno dei più grandi risultati raggiunti è la realizzazione di Marconi, il secondo computer più grande d’Europa e 14° al mondo tra le macchine di supercalcolo. Questo dispositivo è stata disegnato dal Cineca, il consorzio nazionale per il calcolo avanzato con sede a Bologna. Ecco allora che Cineca insieme ad altri attori che ruotano intorno al polo scientifico di Bologna come Cnr e Enea, fanno del capoluogo emiliano il centro nevralgico della digitalizzazione italiana.