Qualità della P.A: Italia al 17° posto. Grave divario Nord-Sud



    

P.A_Nord-SudDa pochi giorni è stata pubblicata la più grande indagine condotta dall’Unione Europea sulla qualità della Pubblica Amministrazione che comprende nell’analisi 206 territori tra Stati membri e non come Serbia e Turchia. Il quadro per l’Italia è stato descritto dall’Ufficio Studi della CGIA di Mestre e non è dei più rosei. È in particolare lo squilibrio tra le regioni del Nord e del Sud che determina il posizionamento negativo del nostro Paese nella classifica: 17° posto con un indice negativo (-0,930), lontano dalla media europea (posta a zero). Le regioni del Sud d’Italia, infatti, compaiono per 7 volte nel rank dei peggiori 30 territori.

L’European Quality of Government Index (EQI) è il risultato di un mix di quesiti posti ai cittadini che riguardano la qualità dei servizi pubblici, l’imparzialità con la quale questi vengono assegnati e la corruzione. I servizi pubblici direttamente monitorati a livello regionale sono quelli a valenza più “territoriale” (formazione, sanità e sicurezza) ma l’indice tiene conto, a livello paese, anche di servizi più generali come ad esempio la giustizia in modo da stilare altresì una classifica nazionale.

In Italia i servizi sono valutati come migliori nelle due province autonome del Trentino Alto Adige (indici superiori a 1) e nelle due regioni a statuto speciale del Nord (Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia) che presentano un indice maggiore di zero. In terreno “negativo” tutte le altre regioni italiane ma con gap accettabili per Veneto ed Emilia Romagna che tendono alla media europea (indici pari a – 0,186 e -0,217). Scorrendo il rank della qualità della PA, a centro classifica, si trovano due terzetti: il Centro Italia con Umbria (-0,495), Toscana (-0,533), Marche (- 0,535) e il Nord Ovest con Lombardia (-0,542), Piemonte (-0,652), Liguria (- 0,848).

Negativa la situazione del Mezzogiorno a partire dal risultato meno disastroso dell’Abruzzo (-1,097), a quelli peggiori di Sicilia, Puglia, Molise, Calabria (indici che variano da -1,588 a -1,687), per finire con la Campania (-2,242) al 202° posto. Situazione preoccupante anche per il Lazio che, con un indice pari a -1,512, si posiziona al 184° posto.

“Secondo quanto indicato dal Fondo Monetario Internazionale – ha rilevato Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio Studi – se l’efficienza del settore pubblico si attestasse sui livelli ottenuti dai primi territori italiani, la produttività di un’impresa media potrebbe crescere del 5-10 per cento e il Pil italiano di due punti percentuali, ovvero di 30 miliardi di euro”.

Nel resto d’Europa la qualità dei servizi del settore pubblico è molto elevata nel Nord con Danimarca (+1,659), Finlandia (+1,583) e Svezia (+1,496) ai primi tre posti. Ma l’Italia non regge il confronto nemmeno con gli altri Paesi europei: Germania (6° posto con un indice pari a +0,852), Regno Unito (8° posto con +0,803), Francia (10° posto con +0,615) e Spagna (11° posto con +0,131) presentano indici di qualità della PA superiori alla media europea e nettamente migliori rispetto ai nostri.

L’articolo su l’Ansa

Il comunicato stampa della CGIA di Mestre

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