I costi (elevati) della burocrazia mettono d’accordo grandi e piccoli imprenditori. ITALIA



    

burocraziaL’eccesso di burocrazia in Italia rappresenta uno dei maggiori freni per lo sviluppo economico ed è ormai un dato assodato. Lo dimostrano anche diversi studi, tra cui quello condotto dall’Osservatorio sulla Semplificazione di Assolombarda, recentemente presentato nel corso del convegno “Il fattore B – La burocrazia come elemento della competitività del Sistema Paese”, sull’impatto delle 10 pratiche/adempimenti più gravosi per l’attività di un’impresa. Sulla stessa lunghezza d’onda anche i rapporti di Rete Imprese Italia sugli “Scenari di crescita in presenza di una semplificazione amministrativa“ e «Paying taxes 2016» di Banca Mondiale e Pwc, che rilevano come la burocrazia costi alle PMI italiane 30 miliardi l’anno (il 2% del PIL). Grazie alla semplificazione, le imprese risparmierebbero il 25% di questa cifra (7 miliardi e mezzo di euro). In Italia ogni anno, infatti, vengono impiegate per la burocrazia 269 ore, ovvero 34 giornate di lavoro di un dipendente a tempo pieno, il 52% in più della media dei Paesi Ocse (22 giornate). Le due aree su cui dovrebbero concentrarsi maggiormente le semplificazioni sono: lavoro e fisco; nel giro di quattro anni si produrrebbe un aumento del rapporto fra investimenti e PIL di 0.4 punti, mentre la disoccupazione scenderebbe dello 0.5% e il PIL aumenterebbe di 1 punto. Tutto questo si tradurrebbe in un aumento strutturale della competitività italiana.

Intervista al VP di Assolombarda Alvise Biffi
Studio di CER e Rete Imprese Italia
Giovanni Parente su Il Sole 24 Ore – 20-11-2015

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