Rapporto ASviS: Italia ancora indietro sull’Agenda Onu per lo sviluppo sostenibile



    

L’ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) ha presentato a Montecitorio il Rapporto “L’Italia e lo sviluppo sostenibile”. Si tratta di un interessante report che fa il punto sullo stato di avanzamento dell’Italia rispetto ai 17 obiettivi dell’Agenda 2030 adottata nel settembre del 2015 dai 193 Paesi dell’Onu, una sorta di “pagella” con l’analisi degli scenari che potrebbero verificarsi di qui al 2030 se il nostro Paese sceglierà di accelerare sulle politiche per lo sviluppo o se preferirà un atteggiamento passivo e con poche riforme strutturali.

I modelli della Fondazione Eni utilizzati per la realizzazione del rapporto mostrano che l’Italia “è fortemente in ritardo nella dimensione economica, moderatamente in ritardo per quella sociale, mentre quella ambientale risente negativamente dell’uso inefficiente delle risorse idriche e dell’alto inquinamento derivante dal settore residenziale e da quello dei trasporti”. Leggeri miglioramenti si ravvisano negli indicatori della salute, dell’educazione e dell’alimentazione – “pur restando lontano dagli Obiettivi di sviluppo sostenibile che riguardano questi temi”, precisa il rapporto – mentre per quanto riguarda gli indici di povertà, disoccupazione, disuguaglianze e degrado ambientale, il Bel Paese segna decisamente il passo rispetto ai principali Paesi membri dell’Ue, facendo meglio solo di Repubblica Ceca, Spagna e Grecia.

A sciorinare i numeri che danno il senso del gap dell’Italia è stato il portavoce ASviS, Enrico Giovannini il quale ha posto l’accento sui dati della povertà (nel 2016 le famiglie in povertà assolute erano 1,6 milioni, per un totale di 4,7 milioni di individui, il livello più alto dal 2005) e sulle misure – “deboli”, ha precisato – varate dal Governo per contrastarla. Altra nota dolente è l’obsolescenza delle nostre infrastrutture, in particolare della rete idrica: nel 2015 ben il 38,2% dell’acqua è andato disperso, l’equivalente del fabbisogno di 10,4 milioni di persone.

Poi c’è il tema del già fatto che si potrebbe fare meglio, vale a dire la Garanzia Giovani e le misure per l’occupazione femminile, il potenziamento del Piano Banda Larga e Industria 4.0, la sfida cruciale dell’istruzione e del sisema scolastico: per ASviS occorre uno sforzo serio per favorire il coordinamento delle politiche per lo sviluppo, in modo da consentire il tanto atteso salto in avanti dell’Italia verso un progressivo avvicinamento agli ambiziosi obiettivi dell’Agenda Onu.

L’articolo su Repubblica.it

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