Innovazione, ascolto, produttività: 12 anni di governo regionale in Puglia

Opinione

27-03-2017     Gianluca SGUEO

Innovazione delle politiche pubbliche, ascolto delle istanze della società civile, e rafforzamento della rete di imprese operanti sul territorio pugliese: sono questi i punti centrali delle politiche regionali degli ultimi 12 anni (qui il link per scaricare il Report dell’Osservatorio ORTI presentato a Bari lo scorso 20 marzo). Dal 2005, anno di insediamento della prima giunta Vendola, continuando nel 2010 con la seconda giunta Vendola, fino al 2015, con il governo di Michele Emiliano, la Puglia si conferma regione all’avanguardia nella gestione delle relazioni con le imprese e i cittadini.

Sul primo, relativo ai programmi elettorali, tanto le campagne che portarono alle due vittorie consecutive di Nichi Vendola, nel 2005 e nel 2010, quanto quella che nel 2015 ha consegnato la guida della Regione a Michele Emiliano, mostrano attenzione e lungimiranza agli interessi del territorio. Due i dati fondamentali. Primo: l’ascolto nella costruzione dei programmi elettorali. Nel 2010, ad esempio, nascono le “Fabbriche di Nichi” – associazioni create per favorire la partecipazione dei cittadini – che in poco tempo raggiungono le oltre 200 unità, con una base di adesioni pari a circa ottantamila persone. Nel 2015 Emiliano inventa le “Sagre di Programma”. Appuntamenti sul territorio attraverso cui si raccolsero le proposte degli abitanti, tradotte poi in suggestioni per le politiche territoriali e, infine, incluse come punti del programma elettorale. Secondo dato, altrettanto interessante, l’attenzione alle imprese. È emblematico il caso dei distretti territoriali. A fronte dell’estrema frammentazione del tessuto imprenditoriale pugliese (340.000 nel 2010, con una dimensione media di 5 addetti per impresa) Vendola dapprima introduce, e poi rafforza i distretti produttivi. Emiliano invece pone l’attenzione su competitività e innovazione, stanziando nuovi fondi ma, soprattutto, semplificando l’accesso alle opportunità di finanziamento già esistenti.

Spunti interessanti provengono dall’azione normativa condotta dalle tre amministrazioni alla guida della regione negli ultimi 12 anni. Primo: dal 2005 al mese di marzo 2017, la Regione Puglia ha emanato 733 atti aventi forza di legge (suddivisi in 456 leggi regionali e 277 regolamenti) aventi a oggetto i seguenti temi: l’attività imprenditoriale, la semplificazione amministrativa, la trasparenza e la partecipazione civica. Secondo: il turismo, l’artigianato e l’agricoltura sono i settori nei quali le amministrazioni regionali pugliesi degli ultimi 12 anni hanno legiferato con maggiore intensità, con oltre il 60% del totale, sia per quanto riguarda atti di normazione primaria che secondaria. Terzo: su semplificazione, trasparenza e partecipazione, al netto di un’azione costante da parte di tutte e tre le giunte regionali, si segnala soprattutto lo sforzo della giunta in carica, che è in procinto di approvare di una legge regionale sull’esercizio di attività lobbistica e una, a più ampio respiro, sulla partecipazione diffusa allo sviluppo delle politiche pubbliche.

Veniamo alla ’macchina amministrativa’, ossia all’analisi degli assetti strutturali della regione. Qui i dati ci dicono che la Puglia, quanto ad ascolto e ricezione delle istanze provenienti dal territorio, è tra le regioni più innovative d’Italia. È del 2005 la creazione del primo assessorato alla Trasparenza e alla Cittadinanza Attiva, caso allora unico nel nostro Paese. Nel 2016 si attribuiscono funzioni strategiche all’Agenzia Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione, e si completa il potenziamento dell’Assessorato allo Sviluppo Economico. Il risultato è una macchina amministrativa dinamica, capace di assecondare le priorità dei vertici politici rimanendo funzionale alle esigenze espresse dal tessuto imprenditoriale.

Ultimo punto chiave riguarda la gestione dei fondi europei. Quanto alle imprese, dei 18,2 miliardi di euro totali di finanziamenti europei messi a disposizione negli ultimi 12 anni, circa 3,89 miliardi sono stati erogati sotto forma di incentivi alle imprese, soprattutto per quanto riguarda il sostegno alla ricerca e innovazione (50%), l’occupazione (17,5%) e il rafforzamento della competitività (14%). Delle imprese pugliesi beneficiarie di tali incentivi si registra una particolare attenzione nei confronti del settore manifatturiero, il quale ha ottenuto circa un terzo dei finanziamenti totali. Seguono il settore delle industrie alimentari e bevande e quello delle costruzioni. Non da meno è il versante dei finanziamenti erogati a sostegno della partecipazione civica. Dei fondi provenienti dalla programmazione europea 2007-2013 oltre 2,5 miliardi di euro sono stati devoluti a sostengo di iniziative volte a promuovere la partecipazione.

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