Aumenta il numero di imprese italiane: il Mezzogiorno fa da traino

Opinione

28-10-2016     Maria Rosaria DELLA PORTA

Nei primi nove mesi del 2016 cresce il numero di nuove imprese italiane iscritte alle Camere di commercio di 41.597 unità – 2.227 in più rispetto al medesimo periodo del 2015 – uguagliando i livelli del 2007. Questo è quanto emerge dai dati sulla natalità/mortalità delle imprese italiane diffusi di recente da Unioncamere – InfoCamere.

Si tratta di un segnale molto positivo che continua a testimoniare la ripartenza del sistema imprenditoriale italiano dopo lo situazione di stallo, conseguenza della crisi degli ultimi anni.

È, quindi, questo il momento di creare un clima di fiducia stabile che aiuti le imprese ad essere più competitive, puntando sui tre driver della crescita: innovazione, digitalizzazione e semplificazione.

Protagonista indiscusso di questa ripartenza è il Mezzogiorno con 18.821 nuove imprese che costituiscono il 45% del saldo totale.  Un risultato che non desta molta sorpresa dal momento che il Sud sta cercando di recuperare terreno e mostra segnali di vitalità nonostante vi siano ancora alcune zone d’ombra[1].

imprese

Relativamente alle dinamiche settoriali, più della metà del saldo delle nuove imprese attive in Italia nei primi 9 mesi del 2016 è imputabile ai settori: turismo (+10.584 imprese), commercio (+6.703 imprese) e servizi alle imprese (+6.405 imprese). Nello stesso periodo, invece, perdono imprese il settore delle costruzioni (-2.485 unità), delle attività manifatturiere (-1.657) e dell’estrazione di minerali (-34).

La forma giuridica preferita dagli imprenditori italiani continua ad essere l’impresa individuale, che se da un lato si può ritenere la più “semplice”  e meno onerosa struttura organizzativa dall’altro è anche quella maggiormente vulnerabile. Infatti, nel periodo gennaio-settembre 2016 le iscrizioni di queste imprese sono pari al 63% di tutte le nuove aperture ma quasi altrettante imprese nello stesso periodo cessano l’attività. Per tale motivo il reale contributo alla crescita della base imprenditoriale italiana proviene dalle società di capitali, a tal punto che senza il loro apporto il saldo delle imprese attive in Italia sarebbe addirittura negativo.

Limitando l’analisi al terzo trimestre 2016 e volendo dare un dettaglio regionale emerge che tutte e venti le regioni hanno chiuso il trimestre in positivo. In termini assoluti meglio di tutti il Lazio con 2.881 imprese in più, seguito da Campania (+2.208), Lombardia (+2.061), Puglia (+1.282) e Sicilia (+1.209).

[1] Si veda a tal proposito:https://www.osservatoriorti.com/pubblicazioni/opinioni/non-tutte-le-ombre-svanite-la-ripresa-del-mezzogiorno-si-intravede/

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