Insolito dietrofront da parte del comune di Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa, sul progetto di ampliamento di un impianto di recupero di rifiuti non pericolosi di proprietà della Eco Ambiente Srl. L’impresa, infatti, si interroga sulla richiesta da parte dell’amministrazione comunale di rivedere le autorizzazioni rilasciate a suo tempo per l’impianto in contrada Casa Bianca. Dalla Eco Ambiente fanno sapere che le carte sono in regola e semmai sono le rilevazioni del comune ad essere inesatte, sia per quanto riguarda le annotazioni sul contesto urbanistico in cui si trova l’impianto sia in merito all’impegno profuso dall’azienda nel limitare i cattivi odori, scongiurando il timore di possibili rischi ambientali paventati dagli agricoltori.
Salvatore Forte – direttore tecnico della Eco Ambiente – rivendica la correttezza dei permessi ma, soprattutto, contesta il repentino cambio di giudizio da parte del comune: nel dicembre 2015 era stata rilasciata la valutazione di compatibilità dell’impianto, “un progetto lineare e trasparente – ribadisce Forte – che sin dall’inizio aveva convinto anche l’amministrazione comunale e gli operatori del settore”, al punto di convincere la Eco Ambiente a formalizzare la richiesta di ampliamento della quantità da trattare ricevendo, anche questa volta, il parere positivo dell’Assessorato Territorio Ambiente nell’agosto 2016.
Ed è qui che iniziano i problemi, sino alla richiesta di revisione degli iter che ha portato la ditta a ricorrere al Tar, come ha tenuto a precisare il direttore Forte: “gli ultimi atti del Comune di Palazzolo sembrano dar voce e soprattutto credibilità a chi, cavalcando l’onda della disinformazione e sotto la preoccupante e asfissiante cappa della strumentalizzazione politica, vuole nuocere alla libera iniziativa economica, danneggiando fortemente l’immagine della Eco Ambiente e dei lavoratori che ogni giorno con scrupolo e competenza portano avanti un’attività lecita, pulita e rispondente al sempre più crescente e pressante bisogno di aumentare la quota della raccolta differenziata in Sicilia”.
Il sospetto – ma a questo punto è tutto da verificare – è che il comune abbia agito facendosi “portavoce” delle opposizioni dei proprietari di fabbricati rurali che si trovano nelle vicinanze dell’impianto e che più di una volta hanno contestato i cattivi odori generati dalla lavorazione dei reflui civili e agroalimentari.
Secondo Forte, invece, la Eco Ambiente era ben consapevole delle istanze dei cittadini e stava per avviare un intervento per ridurre la diffusione degli odori. Insomma, che si tratti di ripicche fra imprese locali o di logiche legate alla politica, la vicenda merita chiarezza.









