L’impianto di Supino, in provincia di Frosinone, è uno dei più importanti in Italia per il recupero e il riciclo della raccolta di rifiuti di imballaggi in vetro nella città di Roma e in molte aree del Centro–Sud. Nello stabilimento Vetreco, infatti, confluiscono i rifiuti da imballaggi in vetro provenienti da circa 800 comuni e da regioni come Lazio, Campania, Calabria, Abruzzo, Basilicata e Puglia: per intenderci, poco più della metà del vetro di Roma arriva qui.
Nei giorni scorsi, Franco Grisan – presidente di CoReVe, il Consorzio che gestisce la raccolta differenziata del vetro in Italia – ha lanciato l’allarme del possibile collasso di Vetreco, con conseguenze disastrose per molte città meridionali, Roma compresa. Il CoReVe aveva già segnalato che fino alla fine dell’anno lo stabilimento potrà ricevere solo 18.700 tonnellate di rifiuti, ben poca cosa rispetto ai volumi di ottobre. Come spiegato da Grisan: “il recupero e riciclo della raccolta di rifiuti di imballaggi in vetro nella città di Roma e in molte aree del Centro–Sud rischia di entrare in crisi. L’aumento della raccolta delle aree in ritardo, l’estate calda e il grande afflusso turistico hanno aumentato la raccolta, che nei primi dieci mesi è cresciuta nel Mezzogiorno di quasi il 14%, con punte di oltre il 50% in Sicilia, 45% in Basilicata, 23% in Calabria”.
Questa crescita ha anticipato le quantità affluite allo stabilimento Vetreco di Supino saturando prematuramente la capacità produttiva autorizzata dalla Provincia di Frosinone”. L’intoppo, prosegue Grisan, nasce da “incomprensibili vincoli burocratici”, nello specifico a causa di due autorizzazioni tra loro divergenti, una della Regione Lazio e un’altra – successiva – rilasciata dalla Provincia di Frosinone: mentre la regione ha concesso a Vetreco il benestare per 400.000 tonnellate all’anno, la provincia ha rilasciato un’abilitazione per sole 200.000 tonnellate di vetro, quantità questa troppo bassa tanto che è già stata raggiunta prima della fine dell’anno. “Il paradosso – dice Grisan – è che la valutazione di impatto ambientale fatta dalla Regione Lazio permetterebbe allo stabilimento di ricevere quasi il doppio delle quantità attuali e che queste potrebbero tranquillamente aumentare del 50% semplicemente passando da una organizzazione a 2 turni ad una stabile a 3 turni a parità di impianto, fra l’altro con aumento della manodopera impiegata sia nell’impianto sia nell’indotto”.
Il CoReVe ha inviato una comunicazione ufficiale al presidente della provincia di Frosinone Antonio Pompeo, il quale ha finalmente risposto che “non vi è difficoltà alcuna a rilasciare le necessarie autorizzazioni per l’aumento delle quantità di vetro da lavorare”.
Vedremo nei prossimi giorni se l’impasse del vetro è davvero scongiurata.