Water Safety Plan, il controllo delle acque insieme al territorio. Il progetto apripista del Gruppo CAP. LOMBARDIA



    

water_planIl Water Safety Plan, la direttiva europea concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, è oggi un progetto concreto che vive sul territorio. Il primo in Italia è nato grazie all’impegno del Gruppo CAP, il gestore del servizio idrico integrato nei Comuni della provincia di Milano e altri situati tra le provincie di Monza e Brianza, Pavia, Varese e Como, e alla collaborazione di diversi soggetti istituzionali che hanno fin da subito sostenuto l’iniziativa. Il tema dei controlli sulla qualità delle acque è evidentemente uno dei più delicati che riguardano aspetti sia di tutela ambientale che sanitari.  La direttiva Water Safety Plan (WSP) prevede  che tali controlli non vengano più fatti su base analitica semplice ma attraverso un monitoraggio e una mappatura del rischio: in altri termini, il WSP ridefinisce il modello del controllo dell’acqua potabile, basato fino ad ora sulla sorveglianza di segmenti circoscritti del sistema-acquedotto (prelievo-trattamento-distribuzione) e sul monitoraggio a campione dell’acqua distribuita in rete, trasformandolo in un sistema globale di gestione del rischio esteso all’intera filiera idrica dalla captazione al punto di utenza finale. Il progetto pilota avviato dal Gruppo CAP è stato presentato dal presidente Alessandro Russo lo scorso 15 gennaio a Milano e l’iniziativa ha ottenuto il patrocinio e la partecipazione di rappresentanti del Ministero della Salute, dell’Istituto Superiore di Sanità, di Regione Lombardia – presente l’Assessore regionale Claudia Mari Terzi -, della Città Metropolitana di Milano, dell’ATO Città Metropolitana di Milano, Utilitalia e Confservizi Cispel Lombardia. L’aspetto qualificante del progetto, che per il Gruppo CAP determinerà un grande impegno di risorse ed investimenti in ricerca ed innovazione, è soprattutto il grande livello di coinvolgimento previsto con il territorio, Comuni in primis. Sulla base di costanti mappature, dall’attenta analisi delle peculiarità idrografiche e produttive della provincia milanese e una seria valutazione dei rischi, le ASL locali e le altre autorità competenti potranno decidere quali parametri via via monitorare. Aumentare o diminuire la frequenza dei campionamenti nelle zone di approvvigionamento, introdurre nuove sostanze da monitorare in caso di eventi specifici: le nuove metodologie permetteranno di abbandonare un modello di analisi oggi molto standardizzato e per molti versi inadatto a reagire o anticipare eventi critici che richiedono invece una risposta molto veloce e flessibile. Un lavoro per molti aspetti pioneristico, che sarà in grado di genere esperienze che contribuiranno a redigere protocolli di azione di prevenzione in tema di acqua e salute, fornendo anche elementi di conoscenza da condividere in ambito nazionale ed europeo.

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