Riconoscere all’attività di lobbying piena dignità quale momento di partecipazione democratica e ai portatori di interessi particolari (i lobbisti) il ruolo di attori protagonisti del processo decisionale pubblico.
Una precisa idea che è alla base della proposta di legge di disciplina della rappresentanza di interessi presentata a dicembre scorso in Regione Lombardia dal gruppo del Partito Democratico e a prima firma Gianantonio Girelli, presidente della Commissione speciale Antimafia. Secondo i proponenti infatti, il contatto tra decisori e portatori d’interesse deve essere codificato ma soprattutto deve essere trasparente.
La proposta poggia su due pilastri fondamentali: la trasparenza e la partecipazione. La finalità è quella dell’emersione di tutti gli interessi coinvolti nel processo decisionale pubblico. Le lobby diventano, in quest’ottica, soggetti legittimati a far parte del processo legislativo e decisionale che poi il legislatore deve condurre a sintesi nel principio dell’interesse generale. Il testo si compone di 11 articoli e prevede, tra l’altro, l’istituzione di 2 registri, uno per la Giunta e uno per il Consiglio regionale per l’iscrizione obbligatoria dei legittimi portatori d’interesse, i criteri di selezione per l’iscrizione e le sanzioni per chi trasgredisce.
In particolare il progetto di legge prevede il divieto delle porte girevoli. Un politico o un dipendente pubblico della Regione o delle sue partecipate, terminato il mandato o il contratto, non può diventare rappresentante di interessi, ma deve aspettare almeno due anni. La proposta di legge è stata assegnata alla II Commissione Affari pubblici del Consiglio lombardo e i sostenitori dell’iniziativa si augurano che venga messa presto all’ordine del giorno.