Ripartire dai territori

Opinione

22-11-2015     Gianluca SGUEO

“Ripartire dai territori” – potrebbe essere questo il titolo, alternativo all’attuale Osservatorio sulle relazioni territorio-imprese, della nuova iniziativa dell’Istituto per la Competitività. Non è un titolo originale. Ha il sapore di un vecchio slogan politico. Ma è un titolo che riassume egregiamente le aspettative dell’iniziativa.
Non si tratta di una partenza, infatti. Ma di una ri-partenza. Per due motivi. Anzitutto perché l’Osservatorio è alla sua seconda edizione. La prima fu sperimentale, condotta a campione e forti solo di un’intuizione. Ma è servita per costruire le basi dell’edizione attuale, strutturare un progetto di lungo periodo, articolato sul territorio, con un coinvolgimento massiccio di amministratori locali e aziende. Il nuovo Osservatorio non si basa su un’intuizione, ma su una certezza. Ed è qui il secondo motivo della ri-partenza. è sul territorio, al livello delle amministrazioni locali, che si colgono le dinamiche che muovono il nostro Paese. E’ nelle difficoltà quotidiane delle imprese, da una parte, e degli amministratori locali dall’altra, che si colgono la necessità di migliorare la cooperazione e gli ostacoli che rendono quella cooperazione difficile, a volte addirittura impossibile. E’ di pochi giorni fa la pubblicazione del nuovo rapporto Nimby, che fotografa la conflittualità legata alla realizzazione di opere e infrastrutture sul territorio. Al di là dei numeri, colpisce il fatto che il contenzioso aperto non diminuisce ma, al contrario, aumenta in diversi settori produttivi.
Ripartire, dunque, e farlo dal territorio. Che non è solo il luogo del conflitto, ma è anche quello della buona amministrazione. Da qui l’idea di associare all’Osservatorio un censimento periodico di quello che non funziona – l’Italia No – e quello che invece funziona – l’Italia si. Per provare a tracciare una mappa di un’Italia che non è fatta solo di cantieri aperti e amministrazioni indolenti, ma anche di amministratori che lavorano per risolvere i problemi del territorio, aiutati dalla lungimiranza degli imprenditori, piccoli e grandi, che al territorio danno linfa vitale per creare lavoro e muovere l’economia.
Come ogni partenza, deve esserci anche un arrivo. Il nuovo Osservatorio non ne ha definito uno solo, ma dieci. E li ha sintetizzati in un manifesto, il cui scopo è quello di fotografare le “aree sensibili” delle relazioni tra amministratori locali e imprese. Il manifesto è la struttura portante di ORTI. Il contributo al suo completamento è la meta, ideale, cui si indirizza questa nuova partenza.

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