L’evoluzione dei tempi di pagamento delle amministrazioni pubbliche alle imprese farmaceutiche e dei dispositivi medici

Opinione

24-11-2015     Maria Rosaria DELLA PORTA

Nel corso degli anni si sono avvicendate riforme ed interventi normativi che hanno condizionato il fenomeno dei pagamenti delle forniture di beni e servizi da parte della Pubblica Amministrazione, interessando indubbiamente le imprese che operano nei settori socio-sanitari.

Nei primi anni ’90 i decreti legislativi n.502/92 e n.517/93 – con cui gli enti sanitari sono stati dotati di personalità giuridica e autonomia patrimoniale – hanno determinato un netto peggioramento dei tempi medi di pagamento. Si è cercato di arginare tale situazione con la Direttiva comunitaria in materia di ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali[1] recepita in Italia con il D. Lgs. 9 ottobre 2002 n. 231[2]. Nel nostro Paese, il citato intervento normativo non ha portato, però, a miglioramenti sostanziali.

Nel 2011, l’Unione Europea ha adottato un’ulteriore Direttiva 2011/7/UE allo scopo di rendere più incisiva la lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali già avviata con la Direttiva 2000/35/CE[3]. Essa prevede che nelle transazioni commerciali in cui la Pubblica Amministrazione è debitrice, il termine contrattuale per il pagamento non può essere superiore a 60 giorni. La Commissione Europea ha, recentemente, chiesto all’Italia informazioni ufficiali sulla mancata applicazione di tale Direttiva, che è stata recepita nel nostro ordinamento con il D.lgs. n.192/2012[4].

Sviluppi significativi ci sono stati negli ultimi anni con i decreti “sblocca debiti” con cui lo Stato è intervenuto – mettendo a disposizione oltre 56 miliardi di euro – in tema di debiti cumulati della Pubblica Amministrazione nonché con l’obbligo di fatturazione elettronica[5] e il nuovo regime di versamento dell’IVA (c.d. split payment)[6]che di sicuro influenzeranno la capacità delle regioni e dei singoli enti nel far fronte ai propri impegni di saldo fornitori[7].

Nonostante il permanere di limiti e criticità, i fondi stanziati negli ultimi anni hanno avuto un impatto sensibile sui tempi di pagamento, soprattutto nel settore dei dispositivi medici. Secondo i dati del Centro Studi di Assobiomedica, il DSO[8] rilevato a dicembre 2014 ha toccato il minimo storico degli ultimi 25 anni (166 giorni), sebbene i 60 giorni stabiliti dalla Direttiva europea siano ancora lontani.

Considerando il biennio 2012-2014, a livello nazionale i tempi medi di pagamento e lo scoperto complessivo sono diminuiti del 40%: rispettivamente -110 giorni e -2,9 miliardi di euro circa.

A livello regionale, un caso emblematico è stato quello della Lombardia che nel giro di tre anni è riuscita ad abbattere il proprio DSO senza far ricorso a risorse statali, stabilizzandolo intorno ai 90-100 giorni. L’elemento chiave, che molto probabilmente ha contribuito a ciò è stata l’istituzione di una tesoreria centralizzata, nonché la determinazione della Regione nel perseguire la normalizzazione dei pagamenti e la responsabilizzazione dei vertici delle proprie aziende sanitarie.

Tra le Regioni aderenti ai fondi sblocca debiti, invece, si registrano riduzioni nei tempi di pagamento delle forniture in Puglia, Campania, Lazio e Abruzzo. Insufficienti sono le riduzioni riscontrate in Piemonte, Sicilia, Calabria e Molise.

Gli ultimissimi dati del settore dei dispositivi medici mostrano che il DSO a settembre 2015 è stato pari a 166 giorni ridotto di 15 giorni rispetto a settembre 2014 (Figura 1)[9].

confronto_dso_2014-2015Nonostante i diversi interventi normativi e le operazioni straordinarie di finanziamento disposte in favore dei forni­tori della PA abbiano prodotto risultati sensibili in termini di riduzione dei tempi di pa­gamento, questi ultimi restano tra i più lunghi in Europa.

Soffermandoci sul settore farmaceutico, i dati di Farmindustria in riferimento al terzo trimestre 2015 mostrano tempi medi di pagamento per il saldo fatture pari a 138 giorni nel mese di settembre, in calo di 10 giorni se confrontati allo stesso mese del 2014 (148 giorni) (Figura 2)[10].

italia_-_tempi_di_pagamentoLa regione più solvibile è l’Umbria, che impiega 50 giorni[11] per regolarizzare i debiti; la regione meno virtuosa è il Molise che impiega 726 giorni per il pagamento dei farmaci.

Se si considera una media dei tempi di pagamento degli ultimi 12 mesi, il Friuli è la prima regione in termini di solvibilità: infatti ha impiegato 83 giorni per onorare i propri debiti rispetto ad una media nazionale pari a 135 giorni.

[1] 2000/35/CE
[2] L’art. 3 prevede la responsabilità in capo al debitore di corrispondere al creditore interessi moratori qualora sia in ritardo nel pagamento
[3] Il Sole24Ore, 22 novembre 2012
[4] Centro Studi Assobiomedica, I tempi medi di pagamento delle strutture sanitarie pubbliche e private, numero 31 – Maggio 2015.
[5] Decreto n. 55/2013
[6] Legge n. 190/2014
[7] Centro Studi Assobiomedica, I tempi medi di pagamento delle strutture sanitarie pubbliche e private, numero 31 – Maggio 2015. Per ulteriori approfondimenti sugli interventi normativi si rimanda alla lettura di tale documento.
[8] Days of outstanding sales: rappresenta il numero dei giorni tra la data di fatturazione e la data di incasso, ovvero il tempo medio di incasso di un’impresa fornitrice.
[9] www.assobiomedica.it, Tempi di pagamento (DSO)
[10] Farmindustria, Tempi di pagamento, terzo trimestre 2015
[11] Farmindustia, dati trimestrali (settembre 2015)

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