Perché il futuro energetico dell’Italia passa dal gas. Parola di Elia (Country Manager TAP)

Intervista

09-03-2018     Emanuele ROSA

Grazie a TAP, l’Italia diventerà uno dei principali hub energetici del Vecchio Continente nonché la porta di ingresso del gas azero nel mercato europeo”. Parola di Michele Mario Elia, dal 2016 Country Manager di TAP (Trans Adriatic Pipeline) per l’Italia. In questa conversazione il manager pugliese, con un lungo passato in Ferrovie dello Stato Italiane, affronta numerose questioni: dagli investimenti esteri in Italia e il loro impatto sul territorio, al coinvolgimento delle istituzioni locali nella realizzazione del gasdotto: “Il mio messaggio, rivolto gli abitanti del Salento, è che TAP darà impulso all’economia locale e non modificherà in alcun modo il paesaggio salentino”.

TAP è stata riconosciuta come un’opera strategica per l’approvvigionamento energetico del Vecchio continente. Perché? In che cosa consisterà questa infrastruttura?

TAP è considerata un’opera strategica perché porterà in Europa forniture di gas più competitive, in un contesto di prezzi internazionali in costante crescita. Inoltre, rafforzerà l’indipendenza energetica garantendo una maggiore sicurezza agli stati membri.
La capacità iniziale del gasdotto sarà di 10 milioni di mc di gas all’anno, provenienti dal Mar Caspio, pari al fabbisogno energetico di 7 milioni di famiglie. Con i suoi 878 km, TAP è l’ultimo tratto del Corridoio Meridionale del Gas, che si collega al TANAP (Trans Anatolian Pipeline) al confine con la Turchia, attraversa la Grecia e l’Albania fino ad arrivare sulle coste italiane, in provincia di Lecce. Il punto di approdo, selezionato tra oltre 20 alternative, è stato individuato a San Foca, marina di Melendugno, poiché rappresenta il sito con il minore impatto ambientale.

Nello specifico quali vantaggi per l’Italia deriveranno dalla realizzazione del gasdotto?

Grazie a TAP, l’Italia diventerà uno dei principali hub energetici del Vecchio Continente nonché la porta di ingresso del gas azerbaigiano nel mercato europeo. Il nostro paese avrà un’importante occasione di sviluppo economico, oltre a una serie di benefici in termini di sostenibilità energetica, legati alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica e di polveri sottili. I vantaggi saranno riscontrabili anche in bolletta grazie al calo dei prezzi della materia prima.

Il governo italiano e le istituzioni europee vi stanno supportando? In che modo?

Lo Stato italiano ha sempre sostenuto la realizzazione del TAP come strumento per diversificare l’approvvigionamento energetico, già da prima della firma nel 2013 dell’accordo internazionale con Grecia e Albania che ha dato il via all’opera, fino al rilascio nel maggio 2015 dell’Autorizzazione Unica che consente la costruzione e il successivo esercizio del gasdotto. Allo stesso modo, le istituzioni europee continuano a supportare la realizzazione del TAP.  Ancora di recente il vicepresidente e commissario europeo per l’Unione Energetica Maros Šefćović ha ribadito che l’infrastruttura è strategica e non può essere bloccata. Dichiarazioni che hanno un valore concreto, se si pensa al finanziamento di 1,5 miliardi stanziato dalla BEI a favore di TAP.

Perché invece ci sono forti opposizioni sul territorio soprattutto da parte delle istituzioni locali e regionali pugliesi?

L’opposizione al progetto è legata principalmente alla scelta dell’approdo. Il presidente della regione Puglia Michele Emiliano si dice favorevole al gasdotto, ma in una zona più industrializzata e meno turistica. Ma la scelta dell’approdo è avvenuta al termine di una lunga fase di studio che ha analizzato più di venti alternative concludendo che San Foca è il punto dove si ha il minore impatto ambientale, una scelta accolta e validata anche dalla commissione tecnica nazionale per le procedure di VIA. Alcuni sindaci salentini rifiutano invece a priori la realizzazione dell’opera, come d’altronde recita lo slogan “No Tap né qui, né altrove”, sulla base di paure infondate riguardanti l’impatto ambientale (qui un video sugli ulivi presso il sito temporaneo di stoccaggio), il terminale di ricezione e le presunte interferenze sulle attività agricole e turistiche del territorio. Il mio messaggio, rivolto gli abitanti del Salento, è che TAP non penalizzerà l’economia locale e non modificherà in alcun modo il paesaggio salentino, così come dimostrano i gasdotti già attivi in Italia.

Eppure si tratta di una infrastruttura che garantisce i massimi standard di sicurezza. Quali sono?

TAP adempie ai principi generali in materia di salute e sicurezza per l’intera fase di costruzione e operatività del progetto, attraverso programmi formativi sulla prevenzione dei rischi e verifiche costanti sulle prestazioni delle imprese affidatarie e dei fornitori. Il progetto del gasdotto si basa su standard elevati e sulle migliori prassi riconosciute a livello nazionale e internazionale.

Che tipo di interlocuzione state promuovendo con le amministrazioni del territorio?

Sin dall’inizio TAP ha cercato di coinvolgere le istituzioni locali nella definizione del progetto, ma spesso ha trovato di fronte a sé un muro, a partire dal comune di Melendugno e dalla Regione Puglia, che hanno sempre evitato il confronto. Con il passare del tempo, però, una parte significativa delle amministrazioni locali, inclusa quella provinciale, ha iniziato a comprendere il valore delle nostre idee. A quel punto è iniziato un percorso di dialogo e di partecipazione che è servito a individuare gli investimenti a favore del territorio. Naturalmente continueremo a interfacciarci con le amministrazioni del territorio anche nelle prossime fasi.

E con i cittadini?

Nel corso degli anni, abbiamo diffuso informazioni capillari e realizzato campagne di comunicazione (qui il link all’info-point itinerante), cercando di creare un dialogo trasparente con tutti i soggetti e i cittadini interessati al progetto. A partire dal 2013, abbiamo organizzato più di 1.000 incontri attraverso il coinvolgimento diretto delle parti interessate. Non si tratta di un esercizio comunicativo fine a sé stesso. Dialogare con il territorio, significa anche farlo crescere dando ai cittadini la possibilità di essere parte di questa sfida. Nonostante i tentativi di screditare e boicottare l’operato di TAP a favore del Salento, abbiamo avuto una risposta positiva da parte di chi crede nel progresso. Lo dimostra l’ampia partecipazione ai numerosi progetti di sviluppo proposti da TAP in campo ambientale, culturale e occupazionale.

Come giocare di squadra, tra Istituzioni, imprese e amministrazioni territoriali per sostenere la capacità di attrarre investimenti esteri?

È universalmente riconosciuto che uno dei problemi dell’economia del nostro Paese è la sua scarsa capacità di attrarre investimenti dall’estero, e tra le principali ragioni di ciò vengono indicate la complessità dei processi amministrativi e la macchinosità della burocrazia e l’esistenza di poteri politici e amministrativi potenzialmente capaci di bloccare un investimento in qualunque fase della sua realizzazione. Noi stiamo andando avanti tutto sommato nei tempi e nei costi previsti, ma siamo un buon caso di studio per comprendere cosa e come va cambiato e migliorate nella capacità del paese di attrarre nuovi investimenti.

Quali sono i potenziali ostacoli e come superarli?

I nostri lavori, l’ho già detto, al momento procedono a buon ritmo, ci siamo doverosamente attrezzati per fare fronte alla complessità tecnico amministrativa delle verifiche di ottemperanza alle prescrizioni del decreto ambientale, per assicurare che i lavori di costruzione procedano nel rigoroso rispetto di leggi e regolamenti e per tutelare la sicurezza delle maestranze in cantiere. Per questo siamo convinti che supereremo gli ostacoli che ancora sorgono e, temo, sorgeranno, sotto forma ad esempio di nuovi ricorsi alla giustizia amministrativa o ordinaria proposti da chi si oppone al progetto. Del resto siamo sempre usciti vincitori in ognuno della quindicina di giudizi che ci hanno riguardato.

Quale sarà il ruolo del gas nella transizione energetica anche dopo l’approvazione della Strategia Energetica Nazionale (SEN)?

Il gas avrà un ruolo cruciale soprattutto in funzione degli obiettivi stabiliti dal Governo italiano nella SEN. In questa fase di passaggio da un modello energetico basato sulle fonti fossili a uno basato sulle rinnovabili, il metano, in quanto fonte fossile sensibilmente meno inquinante di carbone e oli combustibili, garantirà prima la transizione e l’obiettivo della decarbonizzazione, poi continuerà ad assicurare al sistema quella elasticità che allo stato le rinnovabili non sono in grado di garantire. Inoltre, il gas renderà il sistema energetico nazionale più competitivo, diversificherà le rotte di approvvigionamento e ridurrà il costo dell’energia per cittadini e imprese.

Lo scorso novembre il ministro De Vincenti ha istituito un Tavolo inter-istituzionale per il Mezzogiorno. Qual è l’impatto previsto dai progetti presentati da TAP per la sostenibilità e lo sviluppo del territorio pugliese?

I progetti presentati da TAP insieme a SNAM (tra questi Reducing Marine Litter e MENA), nati dall’ascolto del territorio e dalle esigenze emerse nel corso del Tavolo, hanno un valore complessivo di 55 milioni di euro. L’impatto sull’indotto locale è di circa 100 milioni, con il coinvolgimento nelle fasi costruttive di circa 1.000 persone, di cui tra le 500 e le 650 assunte a livello locale. Per quanto riguarda la gestione operativa del tratto italiano di TAP e dell’interconnessione Snam, è previsto il coinvolgimento stabile di circa 40 persone, di cui a regime il 60% di personale locale e una ricaduta economica locale di 1,5 milioni all’anno. Questi numeri rappresentano un’opportunità in termini di occupazione e formazione per i giovani, di sviluppo sostenibile delle eccellenze locali, e danno alla Puglia la possibilità di diventare un modello di riferimento in Italia e in Europa sul fronte della decarbonizzazione.

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