Gioie e dolori del sistema Puglia

Opinione

17-05-2016     Giusy MASSARO

Rallentamento del valore aggiunto delle attività economiche, con particolare sofferenza del settore manifatturiero che, rispetto al 2007, ha visto dissolversi più del 20% del valore aggiunto. Bassa presenza di imprese, rispetto ad altre aree del Paese, con una produttività del lavoro ancora più deludente rispetto ad altre regioni: è pari a 27 euro il valore aggiunto prodotto, in Puglia, da un lavoratore medio in un’ora di lavoro, il 23% in meno rispetto al lavoratore medio italiano. Scarsa attrattività di investimenti dall’estero: sono solo 4 su diecimila le imprese a partecipazione estera presenti sul territorio, meno di un decimo di quelle presenti in Lombardia (55), ad esempio, e meno anche che in altre regioni del Mezzogiorno, quali Basilicata, Umbria, Abruzzo. Scarsi anche gli investimenti in ricerca e sviluppo, con solo lo 0,9% del PIL investito in R&S e meno di un terzo proviene dalle imprese.

Sembrerebbe una Puglia affaticata (che arranca) quella che emerge dal Rapporto I-Com “Il sistema economico pugliese e i rapporti tra le amministrazioni del territorio e le imprese”, presentato lo scorso 13 maggio a Bari, che si propone come un punto di osservazione aggiornato sulle dinamiche economiche e produttive principali della Puglia e sul ruolo delle istituzioni territoriali nel promuovere una dialettica virtuosa con le imprese che operano dentro i confini della regione.

Ma non è tutto qui. C’è un’altra Puglia: la Puglia dei distretti, la Puglia smart, la Puglia “connessa”.

Andiamo per ordine.

Il 6% dei distretti industriali nazionali sono in Puglia (un terzo di quelli complessivamente presenti nel Mezzogiorno), e qui è occupato il 5,2% degli addetti complessivamente impiegati nei distretti industriali a livello nazionale. Non solo: sono proprio i distretti pugliesi a registrare la maggiore crescita nelle esportazioni, con una variazione 2015 su 2014 del 10,8%, superiore sia alla media meridionale (8,3%) che al dato nazionale (4,2%).

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Fiore all’occhiello per la Puglia è anche il polo tecnologico aeronautico, che si distingue in particolar modo a livello nazionale con la crescita dell’export più elevata e pari a 168 milioni di euro, relativamente ai primi tre trimestri dell’anno, collocandosi al 13° posto (su 22 poli nazionali), con un volume complessivo delle vendite sui mercati esteri pari a 429 milioni di euro.

La Puglia si presenta come più smart rispetto a gran parte delle altre regioni italiane, con un numero di progetti (91) del 28% superiore alla media ed un livello di investimento complessivo (777 milioni di euro) ben 3 volte il dato nazionale (249 milioni di euro), confermandosi prima tra le regioni del Mezzogiorno.

Dal rapporto emerge poi una buona performance della Puglia anche sul fronte infrastrutturale: risulta, infatti, più connessa – sia in banda larga che ultra larga – rispetto alla media nazionale e con tempi medi per ottenere i permessi ben più contenuti – quasi 100 giorni in meno; è prima in quanto produzione di energia, con il saldo positivo più elevato del Mezzogiorno; è terza, tra le regioni del Mezzogiorno, in quanto a trasporto aereo, e fa bene anche nel trasporto portuale, specie con riferimento al trasporto merci.

Infine, se da un lato la Puglia si distingue per avere l’imposizione fiscale, in quanto ad addizionali regionali, più bassa tra le regioni del Mezzogiorno, il che faciliterebbe l’attività imprenditoriale nella regione, dall’altro resta una criticità – di non poco conto dal punto di vista delle imprese – in merito ai ritardi di pagamento della Pubblica Amministrazione: secondo l’ultimo aggiornamento del MEF, la regione Puglia non avrebbe ancora saldato il 74% delle fatture a suo carico – una percentuale  superiore alla media nazionale – e mostrerebbe un tempo medio di ritardo pari a circa 70 giorni, ovvero quasi 10 giorni in più rispetto al dato nazionale. Interessante è il risultato dell’analisi dell’indicatore di tempestività dei pagamenti di alcune delle Amministrazioni pubbliche pugliesi, da cui emerge che, nell’anno 2015, l’ente regionale della Puglia ha pagato i proprio fornitori con un anticipo di 7 giorni circa rispetto alla data di scadenza della fattura; anche il Comune di Bari si presenta particolarmente virtuoso rispetto agli altri Comuni capoluogo di regione del Mezzogiorno.

Insomma, una situazione, quella pugliese, fatta di luci ed ombre. La strada sembra ancora in salita, ma i margini i miglioramento esistono.

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