L’immagine di Milano, capitale economica del Belpaese, ha da sempre coinciso con una vocazione per lo più contraddistinta dal business e dagli “affari”. E anche il turismo meneghino è stato storicamente alimentato dalle presenze legate all’economia e all’attività delle multinazionali.
Ma da alcuni anni a questa parte molti indicatori evidenziano uno spostamento sempre più forte della capacità di attrazione turistica milanese: dalla dimensione del business a quella dell’accoglienza più largamente intesa, seppur di target medio-alto.
Uno degli elementi più visibili di questa tendenza è senz’altro l’aumento dell’offerta di eventi culturali e ricreativi: nell’ultimo quinquennio la proposta di intrattenimento ha registrato una crescita dell’11%, grazie naturalmente al traino di Expo 2015.
Milano si sta trasformando (uso il gerundio perché credo che il fenomeno, per quanto consolidato, sia ancora in atto) da città “di lavoro” a città capace di attrarre turisti soprattutto per arte, cultura e divertimento. I dati sulle presenze registrano un importante incremento del numero dei visitatori, passati dai 5,6 milioni del 2010 ai 7,3 milioni del 2015, con un saldo positivo del 29,4%. La stragrande maggioranza delle presenze, e delle “nuove presenze” proviene dall’estero.
Personalmente mi sorprendo ancora quando, passando frettolosamente in qualche piazza del centro, faccio fatica a riconoscere una pronuncia italiana, e saluto con piacere una netta predominanza di chi parla inglese, spagnolo, cinese, giapponese, francese. Scene che fino a qualche anno fa erano impensabili se non in piccole eccezioni geografiche e temporali. Oggi la città è di fatto “invasa” da turisti tutto l’anno e in gran parte dei quartieri, ognuno dei quali ha una specifica identità da offrire al visitatore più attento.
L’exploit della Milano turistica è dovuto principalmente alla componente straniera, cresciuta complessivamente del 25% negli ultimi cinque anni. Numeri che autorizzano a credere che per Milano sia arrivata una nuova fase di protagonismo internazionale, con una sua definitiva consacrazione nel circuito delle grandi capitali europee. Naturalmente grazie principalmente a Expo 2015 e all’immagine che di Milano l’evento ha regalato al mondo.
Expo, a dispetto delle difficoltà iniziali e di un clima non proprio favorevole che si registrava nel Paese, è stato un innegabile successo, fungendo da catalizzatore di tendenze in atto, contribuendo alla ridefinizione della città metropolitana (il palinsesto degli eventi di ExpoinCittà ha disseminato arte, musica, spettacolo praticamente in ogni zona della Grande Milano) e di condivisione di conoscenze (per esempio con l’ecosistema digitale E015).
Grazie a Expo, nel 2015 e nel 2016 (ma anche il 2017 sembra dare corso alla tendenza) Milano si è distinta come indiscussa protagonista nazionale e grande attrattore internazionale. La città si è presentata all’appuntamento come una metropoli che ha completato la sua transizione: da città prevalentemente industriale e finanziaria a città di servizi, innovazione, tecnologia, sharing data e avanguardia artistica e architettonica. Nonché moltiplicatrice di conoscenza, cultura, ricchezza e migliori servizi per i cittadini.
Come sempre Milano indica la strada al Paese. Qualcun’altro sarà in grado di trarre ispirazione?
* Public Affairs Advisors, agenzia di Public Affairs, Lobbying e Comunicazione, che opera in particolare nei settori dell’energia, dell’ambiente e delle infrastrutture.