Piano rifiuti, regione e comuni di fronte al Tar. SARDEGNA



    

Si avvia verso un primo epilogo lo scontro sul piano dei rifiuti varato dalla Regione Sardegna nel 2016. Infatti, il 29 novembre scorso si è svolto di fronte al Tar l’ultimo dibattimento nell’udienza pubblica sul ricorso presentato dai Comitati Zero Waste e Non Bruciamoci il futuro e dai Comuni nuoresi di Arzana, Gavoi, Olzai e Sarule. L’oggetto del contendere è la realizzazione della seconda linea dell’inceneritore di Tossilo, nella zona industriale di Macomer, che per la parte ricorrente è stato inserito in fretta e furia nel piano rifiuti 2016, come ricorda Mauro Barberio, avvocato dei comitati e delle amministrazioni comunali: “il piano dei rifiuti del 2008 è stato redatto in due anni, quello del 2016 in soli tre mesi perché la Regione aveva fretta di aggiornare la vecchia programmazione per colmare un ritardo evidenziato dall’Europa con una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia”.

Per i comitati e i sindaci, la Regione è in errore laddove intende il nuovo termovalorizzatore alla stregua di “un mero aggiornamento” per il quale non sarebbe stata necessaria la valutazione ambientale strategica. Da parte sua, la Regione rivendica che le procedure di approvazione sono state necessariamente celeri perché occorreva sanare la situazione denunciata dall’Ue. Inoltre, i comuni interessati sono stati coinvolti eccome, visto che – sostiene Mattia Pani, avvocato della Regione – “i colloqui con l’Anci sono stati avviati a partire dal 2015”. Sul tema della partecipazione insiste la presidente del Comitato Zero Waste, Franca Battelli che fra le motivazioni del ricorso adduce proprio la mancata condivisione con le comunità su un tema così importante quale è la salute dei cittadini.

E all’interno del fronte del No vi sono poi anche posizioni più spiccatamente ambientaliste, come quella del sindaco di Sarule, Mariangela Barca che contesta la scelta della Regione Sardegna di ricorrere alla tecnologia dell’incenerimento per smaltire rifiuti, “una tecnologia superata in Italia e nel mondo”, sostiene. Al contrario, la Sardegna avrebbe – secondo il primo cittadino – tutte le carte in regola per innescare un’economia basata su agricoltura, allevamento e turismo e dove chiaramente gli inceneritori sono banditi.

Ora occorre attendere almeno 30 giorni per conoscere il verdetto del Tar Sardegna ed è verosimile che, quale che sia l’esito, la vicenda del piano rifiuti porterà ulteriori strascichi polemici all’interno di un rapporto tra regione e comuni nuoresi che pare già segnato.

La notizia su Ansa.it

 

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