Monselice rifiuta un innovativo piano di economia circolare. VENETO



    

Monselice_venetoA Monselice, Padova, un corteo di circa tremila cittadini ha manifestato contro il piano industriale che il Gruppo Zillo sta portando avanti per un efficientamento ambientale e tecnologico nella Cementeria di Monselice S.p.A. Si tratta dell’ennesimo fenomeno di opposizione coordinato dai comitati contrari al piano di rinnovamento che sta riportando sotto i riflettori il fenomeno del nimby e il mancato processo partecipativo del territorio a nuovi progetti o opere infrastrutturali.

La protesta, che si è svolta il 15 ottobre a piazza Mazzini a Monselice, ha visto la partecipazione dei monselicensi, dei sindaci dei comuni adiacenti come Carceri, Pozzonovo, Battaglia, Solesino, e Due Carrare, di alcuni politici locali, e dei comitati ambientalisti. Il corteo di circa tremila persone, stando ad alcune fonti giornalistiche, ha chiesto il ritiro del piano industriale annunciato dalla Cementeria del Gruppo Zillo perché ritenuto dannoso per l’ambiente e la salute dei cittadini a causa della sostituzione del combustibile fossile con un derivato dalla lavorazione dei rifiuti.

Alla manifestazione l’associazione degli industriali ha risposto denunciando «l’ennesimo esempio di una radicata cultura anti-impresa, di comitati “contrari a prescindere” e politici a caccia di visibilità, che fanno uso dell’ambiente come strumento di demagogia, facendo leva sul tema sacrosanto della salute». Infatti, l’iter autorizzativo per la realizzazione del progetto, tutt’ora al vaglio delle autorità competenti, ha seguito quanto previsto dalla normativa vigente.

Volendo approfondire i contenuti del piano presentato dal Gruppo Zillo, esso prevede la parziale sostituzione di combustibili fossili per l’impianto di cottura del clinker (Pet-coke) con Combustibile Solido Secondario non rifiuto (CSS), allo scopo di migliorare le proprie performance ambientali in linea con le migliori prassi in uso nel Nord Europa e previste dalla normativa nazionale e UE. L’intervento, senza trasformare la natura dell’impianto o l’alterazione del quadro emissivo attuale, apporta miglioramenti ambientali seguendo le norme dell’economia circolare.

Sotto il profilo ambientale, l’utilizzo del CSS, classificato come combustibile secondario e non come rifiuto, consentirà un contenimento delle emissioni di CO2 e permetterà di utilizzare un combustibile controllato e di qualità proveniente dal territorio veneto e costituito da vari materiali di uso comune non più riciclabili che verranno reimmessi nel ciclo produttivo. Inoltre, il sito di Monselice risulta essere una realtà all’avanguardia sotto il profilo della minimizzazione dell’impatto ambientale e della sicurezza con importanti attestati ambientali rilasciati dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale).

Rimane dunque da capire come mai un progetto innovativo di economia circolare e vantaggioso per il territorio non sia valutato come tale dai cittadini. È mancata forse quel dialogo chiaro e tempestivo tra l’impresa e il territorio che è necessario per portare a compimento tutti i benefici derivanti da un progetto del genere.

L’articolo su Il Sole 24 Ore

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