Nello svolgimento delle loro funzioni le pubbliche amministrazioni producono e raccolgono un’enorme quantità di dati di interesse pubblico, ma le potenzialità di questa mole di informazioni possono essere sfruttate solo se questi dati sono disponibili in formato aperto, liberi da restrizioni tanto dal punto di vista dell’accesso che del loro utilizzo. Solo così possono essere uno strumento a (seppur parziale) garanzia dei principi di trasparenza, partecipazione e collaborazione propri della dottrina dell’Open Government. Attualmente in Italia si contano 10.338 Open Dataset. La maggior parte di essi, il 37%, è resa disponibile da parte di amministrazioni comunali, il 28,5% da amministrazioni regionali, poco più del 15% da amministrazioni e organizzazioni nazionali, mentre il restante da province e altri enti.
Sono 13 le amministrazioni regionali che mettono pubblicamente a disposizione alcune basi dati: Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana, Emilia Romagna, Basilicata, Lazio, Veneto, Umbria, Friuli V. G., Sardegna, Puglia, Marche. Tra queste la più open è la Regione Lombardia con 830 basi dati, seguita dalle 472 della Regione Piemonte e dalle 362 della Regione Liguria. Ultima è invece la Regione Marche (7 open dataset), che tuttavia fino a qualche mese fa non faceva neanche parte di questo elenco. In una classifica generale, invece, la prima amministrazione open d’Italia è la Provincia Autonoma di Trento, che mette a disposizione 1.483 basi dati, seguita dal Comune di Albano Laziale (1.094), dalla Regione Lombardia e dall’ Istat (687).
Lo sviluppo di piattaforme pubblicamente accessibili da parte delle diverse amministrazioni è in continua crescita, soprattutto a partire dall’ entrata in vigore del decreto attuativo della riforma della PA. Con quest’ ultimo l’Italia ha infatti formalmente adottato una legislazione sul modello del Freedom of Information Act (FOIA), in cui i cittadini hanno il diritto di conoscere dati e documenti in possesso della pubblica amministrazione anche senza un interesse diretto. Per il pubblico è da poco possibile controllare lo stato di attuazione del FOIA: a partire dal 9 gennaio 2017 è stata infatti avviata la sezione di monitoraggio online del terzo piano d’azione 2016 – 2018 dell’Open Government Partnership (OGP).
L’OGP è un iniziativa multilaterale promossa da governi e società civile per l’adozione di politiche pubbliche improntate alla trasparenza, alla partecipazione, alla lotta alla corruzione, all’accountability e all’innovazione della PA. L’Italia vi ha aderito nel 2011, impegnandosi a perseguire gli obiettivi previsti dalla partnership tramite specifiche iniziative contenute in piani d’azione biennali. Il terzo Action Plan è stato pubblicato nello scorso mese di settembre e le azioni che ne fanno parte sono state suddivise in tre ambiti: trasparenza e open data, partecipazione e accountability, cittadinanza digitale e innovazione. Per ciascuna di esse vengono indicati i soggetti responsabili, gli obiettivi prefissati, gli impegni specifici, i tempi di attuazione e i valori promossi. Della sezione “Open Data” fanno parte sei azioni: 1. Agenda Nazionale partecipata per la valorizzazione del patrimonio informatico pubblico; 2. Apertura dei dati sulla mobilità attraverso Open Trasporti; 3. Istat Linked Open data; 4. Accesso e riuso dei dati del sistema educativo; 5. Portale OpenCUP – Anagrafe nazionale dei progetti di investimento pubblico; 6. Firenze Open data. I lavori sono ancora in corso per tutte queste iniziative ad esclusione della terza, che già vede raggiunto l’obiettivo numero 1, ossia la pubblicazione sul sito dell’Istat dei dati sui Sistemi Locali del Lavoro.
Da dove sono stati tratti i dati o quale aggiornamento hanno? Su http://dati.emilia-romagna.it/dataset vedo sono pubblicati 420 dataset, per esempio.
Cordialmente
Buongiorno, i dati sono tratti da http://www.dati.gov.it/, ed estratti il 9/02/2017.
Cordialmente,
E. Mazzoni