L’ICT nella PA: la fotografia dell’Istat

Opinione

16-01-2017     Maria Rosaria DELLA PORTA

L’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione trova sempre più ampia diffusione negli uffici della Pubblica Amministrazione, anche se continuano a permanere delle differenze sostanziali nell’organizzazione ed erogazione dei servizi tramite web tra Pubbliche Amministrazioni locali più piccole e realtà, invece, più grandi e complesse.

Hanno uno specifico ufficio dedicato all’ICT tutte le Regioni e Province Autonome e l’85,5% dei Comuni con più di 60 mila abitanti, contro il 5,5% dei Comuni fino a 5 mila abitanti. È questa la fotografia scattata dall’Istat, che ha analizzato – in un report relativo al 2015 e pubblicato lo scorso 3 gennaio – il livello di informatizzazione e l’uso delle tecnologie digitali nelle Pubbliche Amministrazioni locali, approfondendo le differenze tra piccole e grandi realtà.

Nel 2015, il 99,7% delle Amministrazioni locali usa PC desktop e il 66,9% i portatili, questi ultimi trovano maggiore diffusione, oltre che nelle Regioni e nelle Province, nei Comuni demograficamente più grandi e meno, invece, in quelli piccoli. Inoltre, anche l’adozione di tecnologie informatiche più sofisticate (tablet e smartphone, strumentazioni GIS e CAD, GPS palmari, ecc.) è positivamente correlata all’ampiezza demografica, con differenze percentuali molto elevate tra grandi e piccoli Comuni. Rispetto al passato, si nota una forte crescita del collegamento senza fili anche nelle Amministrazioni comunali: infatti, il 62,1% dei Comuni italiani è collegato ad una rete wireless. La Toscana è la regione con la percentuale maggiore di Comuni dotati di connessione senza fili (75,3%) seguita a breve distanza dall’Emilia Romagna (74,5%).

Il 98% delle Amministrazioni connesse ad internet utilizza tecnologie in banda larga quali ADSL, via radio e fibra ottica. L’ADSL è sicuramente quella più diffusa con il 77,9% delle Amministrazioni connesse, seguita da quella via radio (22,9%) e dalla fibra ottica (17,4%): quest’ultima è particolarmente usata dalle Regioni e dalle Province (rispettivamente 100% e 78,5%) mentre è poco presente nei Comuni (16,3%), ad eccezione di quelli dell’Emilia Romagna (86,7%) e del Friuli Venezia Giulia (83,9%). Sebbene l’utilizzo delle tecnologie in banda larga sia ormai capillare, non tutte le Amministrazioni locali dispongono ancora di una velocità di connessione almeno uguale a 2 Mbps: ciò avviene per la totalità delle Regioni e delle Province e per l’86,4% dei Comuni.

L’Istat rileva, inoltre, che nel periodo 2012-2015 la percentuale di enti che offre la possibilità di avviare e concludere telematicamente interi iter relativi a determinati servizi passa da 19,1% al 38,8% e in questo caso i Comuni, quelli però con oltre 60 mila abitanti (63,1%), risultano essere più virtuosi delle Regioni e Province Autonome (59,1%). Complessivamente, il 33,9% dei Comuni consente di concludere interamente on-line alcune procedure. Più nel dettaglio, guidano la classifica i Comuni della Provincia Autonoma di Bolzano (65,5%), seguiti da quelli del Veneto e dell’Emilia Romagna, contrariamente, quelli del Molise sono fanalino di coda (14,7%).

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Oltre al tradizionale sito web, le Amministrazioni comunicano anche tramite SMS, rendono disponibili gratuitamente applicazioni per offrire informazioni sui propri servizi e utilizzano i social media per gestire i rapporti con l’utenza. L’uso di strumenti alternativi al sito web (app e social media) è particolarmente diffuso nei Comuni sopra i 60 mila abitanti (rispettivamente 41,2% e 75,5%) e nelle Regioni e Province Autonome (rispettivamente 68,2% e 77,3%).

Poter beneficiare di una vasta gamma di servizi offerti on-line, poter concludere telematicamente i più disparati adempimenti burocratici, poter comunicare in modo più immediato, facilita e migliora – senza ombra di dubbio – i rapporti tra la Pubblica Amministrazione e i cittadini e le imprese. Ecco perché è necessario superare alcuni ostacoli all’uso delle ICT, primi fra tutti la mancanza di risorse finanziare e di competenze adeguate, che interessano soprattutto le Amministrazioni locali più piccole.

La predisposizione di strumenti di dialogo via internet – meglio noti come e-government – tra Pubblica Amministrazione e cittadini e imprese, sicuramente introduce elementi di semplificazione amministrativa che dovrebbero ispirarsi ai principi di economicità ed efficacia, intesi come minor dispendio possibile di risorse economiche e raggiungimento degli obiettivi prefissati, e che dovrebbero contribuire a rendere  più chiaro, facile, comprensibile e snello il funzionamento della macchina amministrativa.

In definitiva, la semplificazione amministrativa derivante dall’uso di internet e delle tecnologie digitali si erge a presupposto fondamentale per la riorganizzazione, ormai non più rinviabile, della Pubblica Amministrazione.

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