La Toscana pronta ad affrontare le sfide della modernità

Opinioni

15-02-2016     Giusy MASSARO

Dopo la Regione Lombardia, anche la Toscana comincia a muovere i primi passi verso l’Industria 4.0. La Lombardia, infatti – prima tra tutte a livello nazionale, prima ancora del Governo stesso, che pure sta lavorando alla cosiddetta “Strategia 4.0” – ha approvato, il 24 settembre 2015, la legge “Manifattura diffusa creativa e tecnologica 4.0”, che intende fornire alle imprese strumenti innovativi per incrementarne la capacità competitiva, riconoscendo il fenomeno evolutivo che sta investendo anche l’artigianato lombardo.

In Toscana – come del resto in tutta l’Italia – nonostante i pesanti anni di crisi ne abbiano minato la capacità produttiva, il settore manifatturiero continua a essere il cuore pulsante dell’occupazione e dell’innovazione. Si pensi alle performance ottenute nell’export, che ha rappresentato uno dei pochi porti sicuri durante la recessione: le esportazioni toscane valgono oggi 32 miliardi di euro l’anno, ed è proprio il settore manifatturiero a coprire il 97% delle vendite all’estero.

Quello dell’industria è però un primato che ha bisogno di rinnovamento. Una sfida da non perdere è certamente quella del cosiddetto “smart manufacturing”: la digitalizzazione della manifattura. Secondo il sole 24 Ore, in Italia 7 aziende su 10 non hanno ancora chiaro come declinare l’”Industria 4.0”.

Per spingere in questa direzione, durante l’ultima seduta di Giunta la Regione ha dato avvio a una rimodulazione degli strumenti finanziari per le PMI, annunciando risorse per quasi 30 milioni di euro per i fondi rotativi, rivolte in particolare agli investimenti delle aziende che puntano su tecnologie digitali. L’attenzione sarà rivolta agli interventi di carattere strategico territoriale e/o produttivo di PMI che decideranno di adottare tecnologie digitali o di smart manufacturing. I settori cui i fondi saranno destinati sono il manifatturiero, ma anche terziario e turismo, e viene incentivata la cooperazione tra imprese nonché la loro aggregazione. Una buona iniziativa, che si spera possa innescare un processo virtuoso e dare linfa vitale a quei settori – robotica, stampanti 3D e nanotecnologie – che sono quelli riconosciuti a livello mondiale come in forte sviluppo e che sono settori che hanno già messo radici in Toscana e che presentano dei punti di forza ma richiedono anche alcune transizioni da affrontare: l’ambito della robotica è sicuramente già molto sviluppato, soprattutto tra le province di Pisa e Firenze, e sulle quali la Toscana può – e deve – puntare per guadagnarsi la leadership; quelli delle stampanti 3D e, ancor più, delle nanotecnologie sono invece ambiti che richiedono qualche sforzo in più, ed in  questo senso l’intervento pubblico potrebbe essere decisivo.

Fino ad ora la sensazione è stata che politiche pubbliche efficaci siano state piuttosto silenti: è mancata, ad esempio, la messa in atto di un efficace meccanismo pubblico di seed capital, ossia il capitale di rischio inziale, che avrebbe aiutato gli investimenti privati a decollare superando la fase critica iniziale in cui il rischio di fallimento è elevatissimo. In quest’ottica, annunci come quello dell’assessore regionale Stefano Ciuoffo sono di buon auspicio, con l’augurio che a questo seguano altre iniziative, capaci di rimediare a quanto non è stato fatto in passato e di dare una spinta alla “Toscana che innova”.

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