Discarica di Scarpino: divergenze tra Città metropolitana di Genova e Regione fanno slittare la riapertura. LIGURIA



    

Discarica_ScarpinoEnnesimo scontro tra Regione Liguria e Città Metropolitana di Genova sul futuro della discarica di Scarpino, lo scorso 5 luglio, durante la conferenza dei servizi tra i dirigenti tecnici convocata per decidere quali tipi di rifiuti debbano essere gestiti dagli impianti di “Scarpino tre”.  Seguono una marea di polemiche e un’unica certezza: il presidente di Amiu – la municipalizzata dei rifiuti di Genova – Marco Castagna, vede sfumare la possibilità di riaprire il sito il primo gennaio 2017, con i più pessimisti che immaginano uno slittamento di almeno un anno. Il tutto mentre i progetti di messa in sicurezza di “Scarpino uno” e “Scarpino due” sono già stati avviati e altri importanti (e costosi) impianti come il biodigestore sono in fase di studio.

Ma quali sono esattamente le ragioni dell’una e dell’altra parte?

Secondo l’Assessore regionale all’ambiente, Giacomo Giampedrone, bisogna rispettare il Piano regionale dei rifiuti che prevede l’eliminazione della parte liquida dei rifiuti indifferenziati, il trattamento con recupero spinto dei materiali e, infine, l’invio del secco nei bruciatori. In particolare, secondo la Regione Liguria, a Scarpino deve essere destinato soltanto il rifiuto organico secco, cioè quello asciugato e compresso.

Del parere opposto, invece, Enrico Pignone, consigliere comunale di Genova nonché consigliere metropolitano. Infatti, per l’ex provincia l’incenerimento è una tecnica che anche l’Europa considera superata e in materia di rifiuti la priorità è diventata il recupero dei metalli, delle plastiche e di altri materiali, contestualmente alla triturazione dell’indifferenziata. Senza contare, spiega Pignone, che il Piano regionale comporta dei costi non indifferenti.

In polemica con la Regione è intervenuto in questi giorni anche Carlo Senesi, il direttore della discarica di Scarpino, nominato da Amiu: per l’ex Assessore all’ambiente del comune di Genova “la Regione non dice dove dovremmo mandare la parte di combustibile solido dei rifiuti, che dovrebbe andare in opportuni inceneritori oppure nelle centrali elettriche o nei cementifici. Ma in Liguria non ce ne sono”. Insomma, sulla discarica di Scarpino continua a regnare l’incertezza.

L’articolo su La Repubblica di Genova

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