Porto di Pescara: via anche le petroliere, l’infrastruttura è off-limits. ABRUZZO



    

porto_pescaraLa grave situazione di stallo in cui versa il porto di Pescara verrà affrontata dal Consiglio regionale dopo che il forzista Luca Sospiri ha presentato un’interpellanza per sapere direttamente dal Governatore D’Alfonso che cosa sta succedendo e, soprattutto, come venirne a capo. La vicenda è ormai nota: il porto è letteralmente inagibile a causa dei fondali insabbiati, gli operatori se la danno a gambe, l’infrastruttura rischia la chiusura. Senza considerare le perdite per l’indotto generato dalle attività che ruotano attorno al mare. Ora, alla fuga delle navi-passeggero si aggiunge quella delle navi-merci e delle petroliere per le quali è diventato impossibile continuare a lavorare a pieno regime senza rischiare di ritrovarsi impantanate nel bel mezzo dell’Adriatico, come è successo alla motocisterna Galatea costretta a fare ritorno a Falconara dopo essersi insabbiata proprio all’imbocco dello scalo pescarese. Di petroliere qui a Pescara non se ne vedono da luglio, ma come biasimare gli addetti ai lavori se giocoforza si è costretti a viaggiare a mezzo carico per non finire nella sabbia? “Tra pochi giorni anche i pescherecci saranno costretti a lasciare Pescara – afferma Sospiri – e potremo anche chiudere la Direzione Marittima visto che diventerà una città di sabbia anziché di mare”.

Per il centrodestra non è corretto parlare di “emergenza” ma di un progetto fatto male cui si sommano l’incapacità degli amministratori e la mancanza di denaro per la manutenzione: “inutile l’annunciato dragaggio di 15 mila metri cubi che sarà come togliere con un cucchiaio l’acqua dall’oceano” ‒ denuncia il consigliere di Forza Italia.

Una possibile via d’uscita potrebbe essere lo sfondamento della diga foranea, soluzione condivisa anche dal Governatore Luciano D’Alfonso e dal Sindaco PD di Pescara Marco Alessandrini, ma il nuovo Piano regolatore portuale – atteso per settembre – non è ancora stato licenziato con la conseguenza che nessun cantiere potrà essere aperto se le carte non sono in regola. Sullo sfondo, poi, pesano le lungaggini delle procedure dato che, anche se il Piano venisse approvato subito, il progetto sarebbe nuovamente rimesso alla Commissione di Via e al Provveditorato alle Opere pubbliche. Ulteriore aspetto controverso della vicenda è che la gara d’appalto per l’apertura della diga foranea è già stato realizzato nel maggio scorso così come non sono mancate le critiche delle opposizioni che denunciano consulenze per 100 mila Euro richieste dal Comune di Pescara. Resta da capire anche come andrà a finire il confronto tra il Ministro delle Infrastrutture Delrio che vorrebbe portare i porti di Pescara e di Ortona sotto il controllo di Ancona, e il Governatore D’Alfonso che, invece, insiste sull’asse tirrenico con Civitavecchia facendo leva sull’accordo siglato con la Regione Lazio per l’ipotesi di dell’autorità portuale unica interregionale.

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