Pagamenti digitali e e-commerce in lieve crescita, ma la strada è ancora lunga. ITALIA



    

moneta_elettronicaI servizi connessi ai pagamenti digitali stanno attraversando un florido sviluppo, con importanti prospettive di crescita e di innovazione tecnologica che ne faranno, c’è da scommetterlo, uno dei business del prossimo futuro. Oltre alle big company, fra gli operatori non mancano giovani start up che sulla spinta dell’evoluzione di internet e della diffusione dell’e-commerce, hanno intuito che la nuova frontiera potrebbe essere proprio l’ “e-money” su larghissima scala. Anche Facebook sembra aver fiutato l’affare, se si vuole prestare ascolto ad alcune indiscrezioni su un accordo con il Governo irlandese per l’emissione di moneta elettronica e l’utilizzo di veri e propri conti correnti online da utilizzare anche all’esterno del suo sistema.

Si tratta quindi di un cambiamento che porta con sé implicazioni significative, nel segno della progressiva integrazione delle nuove tecnologie con le odierne (e complesse) dinamiche sociali. L’Internet banking, tanto per dirne una, è una realtà già oggi molto concreta, che attinge a piene mani dalle potenzialità delle piattaforme digitali, semplificando i pagamenti e la gestione delle operazioni, con un non trascurabile abbattimento dei costi.

I vantaggi dei pagamenti elettronici rispetto al contante sono oggi riconosciuti: tracciabilità e trasparenza nel rapporto con l’esercente, velocità e convenienza, maggior sicurezza e minor rischio di errore, contrasto alla criminalità e meno “sportelli” per una pubblica amministrazione più efficiente e “parsimoniosa”.

Per l’Italia – in ritardo sul tema rispetto agli altri Paesi europei – il non giovarsi appieno di simili indubbi vantaggi comporta un mancato gettito per le casse dello Stato pari a 25 miliardi l’anno. Stando ai dati dell’Osservatorio mobile payment&innovation del Politecnico di Milano, i New Digital Payment sono certamente in crescita con variazioni del +22/29% rispetto al 2013 – un ritmo però non sufficientemente sostenuto secondo il giudizio degli esperti. Per intenderci, parliamo di circa 190 mld di Euro nel 2016 in transazioni digital a fronte dei 141,4 mld del 2013. Dall’indagine dell’Osservatorio, si evince poi che sul fronte del Mobile commerce gli acquisti degli italiani si concentrano maggiormente su arredamento, editoria, informatica e abbigliamento, con un aumento complessivo del 3,6-3,9% rispetto al 2014.

Insomma, se da un lato aumentano i pos e i device mobili, dall’altro ancora non si registra l’atteso switch “culturale”. L’ambivalenza è ben rappresentata dalla legge di Bilancio attualmente in discussione dove, accanto al sostanzioso piano competitività per l’Industria 4.0, si ritrova anche l’emendamento che aumenta del 20% la possibilità di vincere nella “lotteria nazionale degli scontrini” se alla cassa si preferiscono carte di credito o bancomat. La politica insomma alla fine conta sempre…

 L’articolo sul Sole 24 ore

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