Discarica Terra, tredici anni per dire “No” all’amianto. VENETO



    

discarica_amiantoA Castagnole, frazione del comune di Treviso, non vi sarà nessuna riapertura della discarica per rifiuti contenenti amianto. Lo stabilisce il Consiglio di Stato, segnando dunque un punto di non ritorno. La vicenda della discarica di Castagnole risale addirittura al 2004 quando la ditta Terra del gruppo Mosole ottenne le autorizzazioni a smaltire i rifiuti di amianto. “Questa vittoria va dedicata soprattutto ai 7.500 cittadini che a suo tempo firmarono la petizione di Paeseambiente di cui ero presidente e di tutti coloro, Comune di Paese e Regione Veneto, che sensibilizzati in materia anche dalla petizione e da una serie di eventi pubblici si sono adoperati per scongiurare questo pericolo”, ha dichiarato il consigliere regionale del PD Andrea Zanoni a margine della sentenza dei giudici. Ma all’inizio la discarica ha lavorato a pieno regime per ben due anni – fu la Provincia di Treviso a concedere i permessi consentendo alla ditta di avviare le attività – fino a quando nel 2006 è arrivata una prima sentenza amministrativa che riteneva illegali i rifiuti contenuti nel sito. Nel 2012 poi, viene presentato un altro progetto che prevedeva, a partire dal 2018, il conferimento nella discarica Terra di 460mila metri cubi di amianto per dieci anni. È a questo punto che arriva il “No” della Regione Veneto tramite l’approvazione del piano dei rifiuti, lo stesso piano contro cui il gruppo Mosole ricorrerà al Tar ottenendo sentenza favorevole. Il resto è storia recente: il Consiglio di Stato ha infatti ribaltato la decisione del Tar accogliendo l’appello della Regione che rivendicava il diritto di approvare il piano rifiuti anche in regime di “prorogatio”, in attesa delle elezioni, poiché il divieto all’amianto era richiesto dall’Unione europea.

Ciò che colpisce di questa storia non è chiaramente la decisione amministrativa in sé, quanto, piuttosto, le lungaggini dell’iter e l’alternarsi di autorizzazioni e revoche, ricorsi e sentenze ribaltate. Fattori tutti che, inevitabilmente, sono percepiti dalle aziende come disincentivi agli investimenti nel nostro Paese perché creano incertezza e instabilità.

L’articolo su oggitreviso.it

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